Secondo l’Istat, se non raggiungiamo 500.000 nuovi nati entro il 2033, tutto crollerà: il sistema pensionistico e sanitario, il welfare. Le donne italiane vorrebbero avere in media 2,4 figli, ma in realtà ne hanno solo 1,24 per donna. Questa discrepanza causa frustrazione, dimissioni in bianco, precarietà e discriminazione fiscale. Il nostro Paese sembra dire “hai fatto un figlio, sono affari tuoi”. Tutti concordiamo sulla necessità di fare qualcosa per aumentare la natalità, ma finché non ci daremo un obiettivo concreto, verificabile e raggiungibile ogni anno, non andremo da nessuna parte.
Ma da dove iniziare? Gigi De Palo, fondatore degli Stati generali della natalità, spiega che la nascita di un figlio è la seconda causa di povertà in Italia, dopo la perdita di lavoro di un membro della famiglia. Inoltre, c’è una discriminazione fiscale: chi ha figli paga lo stesso di chi vive da solo, anche se ha un reddito più alto. Fino a quando non cambieremo questa situazione, continueremo a pensare che “hai fatto un figlio, sono affari tuoi”. Ma un figlio non è solo una questione personale, è anche un fattore politico ed economico. Il nostro Paese è grande anche grazie alla sua popolazione. Il numero dei seggi al Parlamento europeo dipende dal numero di abitanti. Quindi, meno siamo, peggio stiamo.
Ma non è solo una questione economica e politica. Serve un obiettivo e la politica deve unire le diverse realtà regionali e locali. Questa è una grande battaglia che riguarda tutti noi, la nostra esistenza. Gigi De Palo conclude dicendo che se ha avuto 5 figli con sua moglie, non l’ha fatto perché conviene, ma perché è bello. Non avrebbe mai immaginato quanto sia bello avere figli.
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