La critica alla Certificazione Verde, questa volta è emersa a gran voce dal microfono del palco di Piazza san Giovanni a Roma e a dare celebrità e unicità all’intervento è stata la dirigente della Polizia di Stato, Nunzia Alessandra Schilirò, 43 anni, per la gioia dei suoi sostenitori e lo stupore e le perplessità dei suoi colleghi. C’erano circa 100 mila persone in piazza. E sul palco di “Contro il green pass, per la Libertà e il futuro” a dire no, è salita anche Nunzia Schilirò, che è intervenuta come “cittadina privata”, affermando il suo diritto di parola, di manifestare il suo pensiero che rivendica l’illegittimità della tessera verde, definita ‘marchio discriminatorio’. E con l’oratoria solenne che si assegna alle grandi cause, ha citato Mahatma Gandhi, invocato “la disobbedienza civile”, come “dovere sacro quando lo Stato diventa dispotico”. E poi ancora: “Il male nella storia non ha mai vinto”, ricordando le figure anche dei magistrati assassinati dalla mafia, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. “Se il male avesse vinto, noi non saremmo qui”. “Noi poliziotti abbiamo giurato sulla Costituzione, per questo sono qui”.
“Il green pass italiano è illegittimo”. “Dobbiamo unire le nostre energie per indicare una via migliore”.
L’impatto sociale è stato certamente forte e alimentato dalle conseguenze che la Dirigente potrebbe subire in ambito disciplinare: la questura ha avviato un’indagine nei suoi confronti, l’esito si saprà nei prossimi giorni.
“Non ho paura, difendo la Costituzione sulla quale ho giurato. Il Green Pass è illegittimo”. Così la pensa il vicequestore della polizia di Stato, Nunzia Alessandra Schilirò, già capo della sezione reati sessuali della Squadra mobile romana e adesso in forza alla Criminalpol, che ieri ha preso la parola in piazza San Giovanni davanti ai manifestanti riuniti per protestare contro la certificazione verde. Come riporta il Corriere della Sera, per lei ieri sera è già stata avviata un’azione disciplinare da parte del Dipartimento di Ps. La diretta interessata commenta:
“Per fortuna gli articoli 17 e 21 della Costituzione vengono in mio aiuto — replica Schilirò —: ho parlato da libera cittadina, i vertici non avranno gradito”. Un’amica mi ha sconsigliato di prendere la parola. ‘Pensa alla carriera, tanto il male ha già vinto. Pensa a Falcone e Borsellino’, mi ha detto. Ma io le ho risposto che alla fine nella storia il male ha sempre perso, altrimenti noi non saremmo qui”.
Le parole di Schilirò dopo la manifestazione romana sono state raccolte dal sito Byoblu e rilanciate dal Corriere:
“Non ho fatto un discorso per il mio mestiere, è irrilevante, l’ho fatto per chiunque si sia sentito discriminato. Ero tutti e nessuno. Sono una persona che ama il proprio Paese e le bellezze del mondo, e lotterò sempre per esse”.
Schilirò prosegue:
“Ho esercitato i miei diritti e il mio mestiere è pubblico, nessuno mi può accusare di niente. Ho giurato sulla Costituzione e non ho paura di nulla. Ripeto, sul green pass niente compromessi. Per una sentenza della magistratura ci vorrà tempo, ma noi cittadini possiamo fare molto: siamo milioni senza lasciapassare, se restiamo a casa il Paese come va avanti?”.
Nunzia Alessandra Schilirò si difende su facebook
A seguito della manifestazione e dell’azione disciplinare a suo carico, il vicequestore Schilirò ha utilizzato la “piazza” dei social per difendersi e chiarire la sua posizione:
“È bello apprendere dai giornali anziché dalla propria amministrazione, di essere già sotto procedimento disciplinare. Sono molto serena. Ieri mi è capitata l’occasione di esercitare i miei diritti previsti dalla Costituzione e l’ho fatto. Il mestiere che svolgo è pubblico. Ho ricevuto quattro premi dalla società civile per i miei risultati professionali. Sono stata in moltissime trasmissioni televisive rappresentando l’amministrazione. Google dedica alla professione che svolgo molte pagine. Ieri ero solo una libera cittadina che esercita i propri diritti. Se l’amministrazione non gradisce la mia fedeltà alla Costituzione e al popolo italiano, mi dispiace, andrò avanti lo stesso. Ho scelto il mio mestiere, perché credevo che non ci fosse niente di più nobile del garantire la sicurezza di ogni cittadino, in modo che chiunque fosse libero di esprimere il proprio vero sé. Se questo mi viene negato, il mio mestiere non ha più senso. Andrò avanti sempre, con o senza divisa, per amore del mio Paese”.
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