Il Memorandum d’intesa con la Tunisia è stato firmato “senza rispettare le procedure”, secondo un parere giuridico del Consiglio dell’Unione europea. La presidente della Commissione di Bruxelles, Ursula von der Leyen, ha firmato l’accordo con la Tunisia senza l’autorizzazione preventiva del Consiglio, vale a dire degli altri governi. Il parere giuridico ha spinto molti governi a esprimere i loro dubbi al commissario per le politiche di vicinato, Oliver Varhelyi. La ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, ha inviato una lettera critica all’inizio di agosto. Durante la riunione del Consiglio Affari Esteri, Baerbock aveva criticato l’accordo per il mancato rispetto delle procedure e la mancanza di condizionalità sui diritti umani.
Inoltre, l’Alto rappresentante per la politica estera, Josep Borrell, ha scritto una lettera a Varhelyi il 7 settembre, evidenziando i dubbi del Consiglio sul fatto che non siano stati seguiti i passi adeguati per la procedura di adozione. Borrell ha sottolineato che molti Stati membri hanno espresso incomprensione riguardo all’azione unilaterale della Commissione e preoccupazione per alcuni contenuti dell’accordo.
Questo ha causato ritardi nell’erogazione dei fondi alla Tunisia, con 255 milioni destinati alla gestione dell’immigrazione illegale e all’assistenza finanziaria. La Commissione non può saltare nuovamente le procedure per accelerare i pagamenti a Tunisi né chiudere un occhio sul rispetto dei diritti umani. Inoltre, i governi più critici hanno avvertito che il piano di assistenza da 900 milioni dovrà essere vincolato alle stesse condizioni previste dal Fondo monetario internazionale in termini di riforme.
Secondo alcune tesi, i dubbi sull’accordo con la Tunisia sarebbero una manovra dei socialisti europei per bloccare il prossimo accordo con l’Egitto. Tuttavia, il governo italiano era a conoscenza dei dubbi fin da luglio. Il parere giuridico del Consiglio afferma che senza un mandato politico, qualsiasi accordo risulta illegittimo ed inefficace.
Nel frattempo, Giorgia Meloni cerca di gestire il flusso di arrivi, soprattutto a Lampedusa. Il governo approverà un pacchetto di norme per allungare i tempi di permanenza nei centri di permanenza per i rimpatri. Meloni ha chiesto aiuto al ministero della Difesa per individuare nuove aree per i centri, ma ciò ha causato proteste da parte dei sindaci. Il pacchetto includerà anche misure per contrastare la falsa certificazione dell’età dei minori non accompagnati. L’obiettivo principale è contenere la fuga dei migranti verso il nord Europa, come richiesto da Francia e Germania. La scorsa settimana, Berlino ha bloccato e poi ripreso le procedure di redistribuzione previste dagli accordi europei.
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