Cresce il numero dei reati ambientali: il mare è in pericolo

Il 2022 ha visto un aumento preoccupante dei reati ambientali lungo le coste italiane, mettendo in seria difficoltà il nostro mare e le zone costiere. È quanto emerge dal rapporto Mare Monstrum redatto da Legambiente. Nel corso dello scorso anno sono stati accertati ben 19.530 reati ambientali, con un incremento del 3,2% rispetto all’anno precedente.

I reati ambientali più comuni riguardano l’occupazione di demanio marittimo, le cave illegali, gli illeciti negli appalti per opere pubbliche e l’abusivismo edilizio. Queste attività rappresentano il 52,9% dei casi, pari a 10.337 situazioni. Inoltre, sono stati registrati 4.730 illeciti penali legati alla maladepurazione e allo smaltimento dei rifiuti, che contribuiscono all’inquinamento delle acque costiere e marine. Infine, la pesca di frodo ha registrato 3.839 casi, con un impatto significativo sulla conservazione delle risorse marine e sull’equilibrio degli ecosistemi marini.

Nel settore del cemento illegale, le forze dell’ordine hanno effettuato 664.175 controlli, un aumento del 27,7% rispetto al 2021, e denunciato 10.689 persone, il 29,6% in più rispetto all’anno precedente. Anche se il numero di sequestri è diminuito, le sanzioni amministrative sono aumentate in modo significativo, superando i 90 milioni di euro.

La Campania è la regione con il maggior numero di reati, seguita da Puglia e Sicilia. Le regioni con presenza mafiosa concentrano una parte significativa di queste attività illegali. Nel 2022, l’Italia ha registrato una riduzione del 32,9% dei reati, ma un aumento del 24,2% degli illeciti amministrativi. Il totale delle illegalità legate all’inquinamento marino ha superato le 13.000 infrazioni, corrispondenti a 1,8 violazioni per ogni chilometro di costa.

Le forze dell’ordine hanno denunciato e arrestato il 43,6% di persone in meno rispetto al 2021, e i sequestri sono diminuiti del 51,7%. Tuttavia, il valore complessivo dei beni sequestrati ha superato i 385 milioni di euro. Gli illeciti amministrativi sono cresciuti del 24,2%, con un aumento del 47,7% delle sanzioni amministrative rispetto all’anno precedente.

La pesca di frodo è un fenomeno persistente nonostante i controlli e la repressione. Nel 2022 sono stati registrati 3.839 reati e 9.933 illeciti amministrativi contro la pesca di frodo. È stata sequestrata oltre 400 tonnellate di prodotti ittici, con la Sicilia in testa con oltre 129 tonnellate. Tuttavia, molti casi di pesca illegale eludono i sistemi di sorveglianza, quindi la portata effettiva del fenomeno potrebbe essere molto più ampia.

Le violazioni del codice della navigazione rappresentano il 3,2% del totale degli illeciti ma possono minacciare seriamente habitat naturalistici di pregio. Nel 2022 sono stati contestati 624 illeciti legati alla navigazione di diporto, con un aumento del 197,1% rispetto all’anno precedente. Sono state denunciate o arrestate 286 persone e sono stati effettuati 329 sequestri. Gli illeciti amministrativi sono stati 8.983, per un totale di 9.607 infrazioni, equivalenti a 26 al giorno.

La regione Lazio guida la classifica regionale con 151 reati, seguita da Sicilia (141) e Puglia (134). La Campania è quarta con 67, mentre la Liguria è la prima regione del nord con 30 casi. In particolare, nelle regioni con presenza mafiosa, l’incidenza delle attività illegali è aumentata dal 51,8% nel 2021 al 52,5% nel 2022, evidenziando la persistente influenza dei fenomeni criminali in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia sulle questioni ambientali lungo le coste italiane.

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