Hunter Biden, figlio del presidente degli Stati Uniti, è stato ufficialmente incriminato per tre capi d’imputazione legati al possesso illegale di armi. È accusato di aver mentito quando ha dichiarato di non fare uso di sostanze stupefacenti durante l’acquisto di una Colt Cobra nell’ottobre 2018. Inoltre, Hunter Biden, che ha ammesso in passato i suoi problemi con la droga, è accusato di aver posseduto un’arma mentre era sotto l’effetto di stupefacenti.
Questa storica incriminazione del figlio di un presidente in carica arriva poco dopo che i repubblicani alla Camera hanno annunciato un’inchiesta di impeachment riguardante presunti collegamenti illeciti tra Biden e gli affari all’estero di Hunter. L’incriminazione è arrivata dopo che è fallito l’accordo tra Hunter Biden e il procuratore David Weiss, nominato dall’amministrazione Trump e poi confermato da quella di Biden, per indagare sugli affari e la vita personale del figlio del presidente.
Inizialmente sembrava che l’inchiesta si fosse conclusa a giugno con un accordo in cui Hunter si dichiarava colpevole di due reati fiscali minori e avviava un percorso extragiudiziario per evitare l’incriminazione per il possesso di armi. Tuttavia, a luglio l’accordo è saltato quando la giudice Maryellen Noreika ha sollevato dei dubbi sulla sua validità. Successivamente, l’11 agosto, l’attorney general Merrick Garland ha conferito a Weiss lo status di procuratore speciale, dandogli l’autorità di incriminare Hunter Biden in qualsiasi distretto del Paese.
L’incriminazione di oggi potrebbe non essere l’unica, poiché è fallito anche l’accordo per i reati fiscali minori. Gli avvocati di Hunter Biden accusano Weiss di aver rinnegato un accordo che, secondo loro, era già stato ratificato.
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