Giorgia Meloni non menziona DIO in maniera superficiale; il suo riferimento è incanalato in un contesto molto specifico: un ordine cristiano con radici intricate e profonde. Questo ordine, noto per la sua rigida dottrina e disciplina, è stato fondato nel lontano 1960 da Giovanni Cantoni, un uomo di ineguagliabile carisma e profonda spiritualità. Per cinquant’anni, fino alla sua morte nel 2020, Cantoni ha diretto l’ordine, fornendo un nucleo di stabilità e una guida spirituale.
Alfredo Mantovano, una figura attualmente di rilievo nel governo italiano accanto alla presidente del Consiglio, ha svolto un ruolo significativo come mediatore tra Cantoni e Meloni. Mantovano, non solo un funzionario governativo di successo ma anche un amico e collaboratore di lunga data di Cantoni, è stato la persona che mi ha introdotto al venerabile leader dell’ordine. L’incontro è avvenuto molti anni fa, in un ristorante situato nel quartiere romano dei Parioli, noto per la sua eleganza. In quella occasione, abbiamo avuto una conversazione intensa e profonda.
Cantoni, considerato da molti come un vero maestro non solo di spiritualità ma anche di cultura e stile, era un uomo che suscitava ammirazione e rispetto. La sua devozione alla causa politica, unita a un carattere affascinante e a una saggezza intrinseca, ha lasciato una forte impressione su di me. Questo è accaduto nonostante io sia stato etichettato pubblicamente come “ateo”, una circostanza che non ha ostacolato il mio profondo rispetto per la sua integrità e la sua visione.
L’atmosfera che permeava l’ambiente circostante Cantoni era unica. Si trattava di un circolo esclusivo, attivo e riservato, ma anche distintamente elegante. Questa atmosfera era in netto contrasto con l’entusiasmo carismatico che si poteva percepire tra i miei amici affiliati a Comunione e Liberazione (“ciellini”) e altri movimenti religiosi e sociali dell’epoca.
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