L’Italia sta affrontando una pressione migratoria insostenibile a causa della difficile situazione internazionale che combina i problemi dell’Africa con l’instabilità crescente nella zona del Sahel. Questo quadro complesso potrebbe portare milioni di persone a cercare un futuro migliore in Europa. Tuttavia, sia l’Italia che l’Europa non possono accogliere questa enorme massa di persone, soprattutto quando il flusso migratorio è gestito da trafficanti senza scrupoli e si sviluppa su rotte illegali.
Fin dall’inizio, il governo italiano ha lavorato per affrontare questo problema in modo strutturale, proponendo un cambio di paradigma. Invece di concentrarsi sull’accoglienza dei migranti illegali e sulla loro distribuzione nei 27 paesi europei, l’Italia ha chiesto di fermare i trafficanti di esseri umani e l’immigrazione illegale di massa. Questo cambio di paradigma è ora scritto nelle conclusioni del Consiglio europeo.
Come si realizza? Con una missione europea, anche navale se necessario, in collaborazione con le autorità del Nord Africa per fermare la partenza dei barconi, verificare chi ha diritto all’asilo in Africa e accogliere in Europa solo coloro che ne hanno effettivamente diritto. Parallelamente, è necessario investire seriamente nello sviluppo dell’Africa, in modo che il continente possa prosperare grazie alle sue risorse e alla formazione di lavoratori utili all’economia europea.
L’Italia ha lavorato duramente per raggiungere solidi accordi con i governi africani, mantenendo sotto controllo la situazione delle partenze dalla Libia. Tuttavia, la situazione in Tunisia è peggiorata a causa della grave crisi economica che sta affrontando. Il governo italiano ha quindi lavorato con la Commissione europea per un accordo di collaborazione che contrasti i flussi irregolari e sostenga l’economia tunisina.
Purtroppo, mentre l’Italia e una parte dell’Europa lavoravano in questa direzione, altre forze politiche e influenti realtà hanno tentato di sostenere che la Tunisia è un regime oppressivo e che non si possono fare accordi con esso. Questo ha reso difficile il rimpatrio degli immigrati irregolari e ha permesso la partenza dei migranti dalle coste tunisine. Inoltre, nonostante l’accordo firmato dalla Commissione europea, nessuno dei 250 milioni di euro concordati è stato ancora erogato.
Il governo italiano ritiene che la sua strategia sia la più seria per risolvere il problema in modo strutturale, ma richiede tempo, soprattutto se viene ostacolata da interessi ideologici. Nel frattempo, l’Italia non può più aspettare, quindi sono state prese misure straordinarie per far fronte ai recenti sbarchi sulle coste italiane.
Il governo ha deciso di modificare il termine di trattenimento nei Centri di permanenza per i rimpatri per chi entra illegalmente in Italia, alzandolo al massimo consentito dalle normative europee, ovvero 18 mesi. Questo non riguarda i richiedenti asilo, per i quali il termine massimo di trattenimento è già di 12 mesi e non sarà modificato. Inoltre, saranno potenziati i centri per i rimpatri in modo che chiunque entri illegalmente in Italia possa essere trattenuto fino alla definizione della sua richiesta di asilo e alla sua eventuale espulsione se irregolare.
Il governo italiano ha anche dato mandato alla Difesa di realizzare strutture sufficienti per trattenere gli immigrati illegali il più rapidamente possibile. Queste strutture saranno realizzate in località a bassa densità abitativa e facilmente perimetrabili e sorvegliabili.
Il messaggio è chiaro per chi vuole entrare illegalmente in Italia: non conviene affidarsi ai trafficanti di esseri umani perché verranno trattenuti e rimpatriati. L’Italia sta lavorando ogni giorno per mantenere gli impegni presi con il popolo italiano, incluso il ripristino della legalità e il contrasto all’immigrazione illegale.
Il governo italiano ha scritto alla presidente della Commissione europea e al presidente del Consiglio europeo per chiedere il loro sostegno e accelerare l’accordo con la Tunisia. Inoltre, la questione migratoria sarà all’ordine del giorno del Consiglio europeo di ottobre, dove l’Italia ribadirà la necessità di avviare immediatamente una missione europea per bloccare le partenze dei barconi.
Nonostante le sfide e gli ostacoli, il governo italiano è determinato a risolvere il problema migratorio in modo strutturale e a mantenere gli impegni presi con il popolo italiano.
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