Intervista a Matteo Mariotti: il racconto dell’attacco dello squalo
Nel corso di una lunga intervista in onda su Italia 1, Cizco e Giovanni Fortunato hanno intervistato Matteo Mariotti, il giovane di Parma che ha subito l’amputazione di metà gamba sinistra a seguito di un attacco di squalo in Australia lo scorso 8 dicembre 2023.
Durante l’intervista, Matteo ha raccontato i momenti dell’attacco, descrivendo con lucidità l’aggressione subita: “Sono entrato in acqua e dopo un paio di minuti ero a circa 15 metri dalla riva. L’acqua mi arrivava ad altezza petto e mentre mettevo la pinna destra ho sentito questa enorme fitta al piede, purtroppo girandomi ho visto questa enorme ombra, non so dire quanto, però a me è risultata molto grande. In una frazione di secondo mi sono sentito tirare verso una cinquantina o sessantina di metri da dove ero prima“.
Ha proseguito raccontando: “Non so quanti secondi siano passati, è stato abbastanza lungo e nel momento in cui mi trascinava, sapevo che avrei dovuto lottare. Sono riuscito a mettermi la maschera, prendere fiato e sono andato sott’acqua. Il pescecane, che probabilmente era un tigershark, era abbastanza grande con una bocca molto più larga delle mie gambe. Mi ha morso tre o quattro volte, ingerendo la pinna in plastica dura che avevo al piede e che mi ha aiutato“.
La lotta per la sopravvivenza
Matteo ha raccontato con determinazione la lotta per la sopravvivenza durante l’attacco: “Ho capito subito che la situazione fosse gravissima e quando ho visto che continuava a venire sempre più avanti, mi sono messo in questa posizione: due mani appoggiate al muso e l’altro piede al centro“.
Ha poi descritto il momento in cui è stato morso: “In quel momento ho sentito il morso, lo squalo mi ha tagliato la gamba di netto con tanto di ossa, era rimasta attaccata solo per un piccolo lembo di pelle. Ho pensato che mi dovevo liberare, o vinceva lui o vincevo io. Mi ronzava in testa il pensiero di non tornare più a casa. Ho avuto paura proprio di perdere la mia famiglia e i miei amici“.
Inoltre, ha spiegato il motivo per cui ha deciso di registrare il video durante l’attacco: “Quando ho iniziato ad andare verso la riva, mi sono accorto di avere ancora la telecamera in mano, non l’ho mai persa anche quando mi sono liberato dallo squalo e così l’ho accesa. Ero convinto che lo squalo prima o poi sarebbe tornato. Ho pensato che Tommaso, il mio amico che era lì in spiaggia, avrebbe trovato la telecamera e avrebbe capito come sarei morto. Volevo dire a tutti i miei amici e alla mia famiglia che li amavo. Voglio che la gente provi a immedesimarsi, io ero pronto a sentire il morso dello squalo e dire ‘addio vi voglio bene’. Invece c’è chi ha pensato che ho fatto questo video solo per le visualizzazioni“.
La raccolta fondi e le polemiche
Infine, Matteo ha affrontato le polemiche riguardanti la raccolta fondi aperta dai suoi amici per sostenere le spese mediche, in particolare le critiche mosse dalla giornalista Selvaggia Lucarelli. Rispondendo a queste critiche, ha dichiarato: “La raccolta è stata aperta dai miei amici mentre ero in rianimazione. È stato un loro gesto spontaneo, per permettermi di affrontare le spese mediche che avrei dovuto e che dovrò sostenere. Solo i biglietti aerei per avere mio papà e mia zia in Australia con me sono costati sei mila euro“.
Ha inoltre precisato: “Questa raccolta è stata fatta per aiutarmi. L’Italia ti fornisce la protesi base, uno come me che ha vent’anni, che vuole ad esempio continuare a praticare i suoi sport deve spendere dei soldi. Vorrei solo tornare un minimo alla mia vita normale. Io però i soldi della raccolta non li ho ancora toccati. Sarò in grado di fare una specifica di come verranno spesi. Se mi avanzeranno, li utilizzerò per comprare nuove protesi perché ho vent’anni e so che con il tempo ne dovrò cambiare tante“.
Infine, Matteo ha concluso: “Mi ha fatto passare (ndr, Selvaggia Lucarelli) per truffatore, per manipolatore, poi per uno che si dovrebbe far curare. Non mi è stata data occasione di spiegare. Mi sono anche fatto vivo con questa persona, per chiarirci nonostante fossi sotto farmaci e quindi neanche troppo lucido. Ma tutto l’odio di questa persona che mi è stato ribaltato addosso mi sta facendo più male rispetto a quello che mi ha fatto lo squalo“.
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