I nuovi accordi sulle royalty e il ritocco dei listini relativi agli abbonamenti offerti dalle piattaforme musicali promettono di dare ulteriore impulso alle major discografiche. Secondo la semestrale di Universal Music Group, il 69% dei quattro miliardi di euro generati nella prima metà dell’anno proviene dallo streaming, con una crescita del 9,2% rispetto all’anno precedente. Le vendite di dispositivi fisici si fermano a 639 milioni, nonostante la riscoperta del vinile, a indicare il declino dei CD. Sony Music Entertainment ha chiuso il primo trimestre del nuovo anno fiscale con ricavi di 2,2 miliardi di euro, in crescita del 16% rispetto all’anno precedente, grazie agli abbonamenti a pagamento e ai servizi di streaming. Eric Levin, cfo di Warner Music Group, ha espresso ottimismo per il futuro dello streaming a causa degli aumenti dei prezzi degli abbonamenti e dei rinnovi delle partnership. Spotify ha annunciato un rialzo dei listini mensili, che porterà ricadute positive per gli introiti delle case discografiche. Inoltre, Universal ha raggiunto un accordo con la app francese Deezer per raddoppiare le royalty per lo streaming dei professionisti. Gli analisti sottolineano che questo porterà più soldi anche nelle casse dei discografici di piccole e grandi dimensioni.
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