Buongiorno, popolo dei Navigli. In diverse occasioni, ho sottolineato l’importanza delle competenze che i giovani devono possedere per inserirsi nel mondo del lavoro e avere successo professionalmente.
Tuttavia, recentemente ho riflettuto su un aspetto specifico. Le scuole paritarie stanno crescendo e c’è un forte aumento di studenti che si iscrivono ai cosiddetti “diplomifici”. In poche parole, basta dire cosa ti interessa e poi ci penso io… ed ecco a te il tuo bel diploma! Ma una volta ottenuto quel titolo, cosa succede? Si aprono le porte per presentarsi ad aziende o partecipare a concorsi, arricchendo il proprio curriculum con competenze che in realtà nascondono solo una spesa economica per ottenere quel “pezzo di carta”.
Ho letto che Gian Antonio Stella, sulle pagine del Corriere, ha condotto un interessante viaggio nei diplomifici e Giancristiano Desiderio ha sostenuto, in modo allarmante a mio avviso, che la soluzione sarebbe togliere valore legale ai titoli e valutare invece le competenze in modo reale. Questo mi fa pensare anche alle lauree ottenute in università “meno esigenti”.
Tuttavia, resta il fatto che alla fine ci sarà sempre qualcuno a valutare le competenze. Quindi, se togliamo valore legale ai titoli, arriveremo solo a un altro gradino in cui potremmo incontrare nuovamente esaminatori indulgenti? I datori di lavoro comunque faranno una selezione dei dipendenti e il mercato del lavoro troverà il proprio equilibrio. Ma dobbiamo davvero arrenderci e accettare la fine dell’istituzione scolastica? Trovo che ciò sia molto pericoloso per i ragazzi, le famiglie, i docenti e la società in generale… riflettete, gente, riflettete!
Oggi a Milano si respira l’aria di un derby, il profumo della vittoria… che sia uno spettacolo! Forza Milano, forza noi e forza Italia!
Daniele Squatriti
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