Il cardiologo Antonio Di Monaco, dirigente medico dell’ospedale ‘Miulli’ di Acquaviva delle Fonti (Bari), ha scelto di restare in Italia nonostante le offerte allettanti che gli sono arrivate da associazioni di medici in tutta Europa. Gli è stato proposto di trasferirsi in Francia o in Danimarca con la sua famiglia, offrendo benefici come istruzione gratuita per i figli, asilo nido pagato e uno stipendio tre volte superiore a quello medio di un cardiologo italiano. Nonostante la tentazione, Di Monaco ha deciso di rifiutare l’offerta perché sente di dovere tutto all’Italia, dove si è formato e dove il diritto alla salute è garantito a tutti i cittadini.
Voltare le spalle a stipendi elevati e benefici come casa, auto e scuola non è stato facile per il cardiologo, ma ritiene che il Servizio sanitario nazionale italiano abbia bisogno di essere rivisto e migliorato. Durante i suoi turni di lavoro, Di Monaco trascorre solo il 50% del tempo in sala operatoria, mentre il resto viene impiegato in pratiche burocratiche e copertura di turni notturni o pomeridiani. Questo riduce il tempo dedicato all’assistenza ai pazienti, che è di fondamentale importanza.
Uno dei motivi che spingono molti medici a lasciare l’Italia è rappresentato dalle denunce e richieste di risarcimento. Ogni anno, ci sono circa 300.000 casi di contenzioso medico-legale nel paese, ma il 95% di queste denunce finisce in un nulla di fatto. Nel frattempo, i medici coinvolti devono affrontare spese assicurative e legali, oltre ai processi. Nonostante le criticità del Sistema sanitario nazionale italiano, Di Monaco ritiene giusto rimanere nel suo paese e nell’ospedale in cui lavora da anni.
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