Redazione AvvisatoreDurante la conferenza ‘Riciclo Alluminio: Italia leader in Europa. Rischi e opportunità nei nuovi scenari economici e normativi’, indetta da Cial-Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio, Duccio Bianchi, studioso di politiche ambientali, ha presentato i risultati del recente dossier ‘Miniere Urbane’. Secondo Bianchi, se l’Europa bloccasse le esportazioni di rottame di alluminio e ottimizzasse il recupero dei rottami post consumo, l’importazione di alluminio primario extra Ue potrebbe diminuire dal 30% al 10% entro il 2050, con un notevole beneficio sulle emissioni.
Questo ragionamento è particolarmente importante per l’Italia, che è un paese leader nella produzione di alluminio secondario. L’analisi condotta nel dossier suggerisce alcune azioni da intraprendere. Innanzitutto, è necessario lavorare sulla gestione dei rifiuti al fine di migliorare l’intercettazione dei prodotti in alluminio diversi dagli imballaggi e orientare i trattamenti meccanico-biologici verso impianti di recupero di materia, dotandoli di adeguati selettori di metalli non ferrosi.
In secondo luogo, è consigliabile limitare le esportazioni di rottame di alluminio e dei prodotti a fine vita che lo contengono. Infine, si dovrebbero valutare alcuni strumenti fiscali incentivanti la produzione di alluminio secondario.
Queste misure potrebbero contribuire a ridurre l’importazione di alluminio primario extra Ue e a migliorare l’efficienza del riciclaggio dell’alluminio. Inoltre, consentirebbero di sfruttare appieno le opportunità offerte dal settore del riciclaggio, riducendo al contempo l’impatto ambientale legato all’estrazione e alla produzione di alluminio primario.
L’Italia ha la possibilità di diventare un modello di riferimento per il riciclaggio dell’alluminio in Europa, sfruttando le sue competenze e le sue risorse nel settore. Questo potrebbe portare a benefici economici e ambientali significativi, contribuendo a una maggiore sostenibilità nel campo delle politiche ambientali e della gestione dei rifiuti.
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