“Ripensiamo il calendario scolastico”: la campagna su Instagram promossa da @mammadimerda e @weworld.onlus per modificare il calendario scolastico e ridurre le ore in classe per i ragazzi fino a quattordici anni ha preso il via.
Ma perché è necessario ripensare il calendario scolastico? L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle famiglie durante l’estate. Questo è l’appello lanciato su Instagram dai profili @mammadimerda e @weworld.onlus. Hanno chiesto alle persone di firmare la petizione “Ristudiamo il calendario” su change.org e hanno condiviso storie che raccontano le esperienze di vari genitori.
Durante le vacanze scolastiche, che sono state lunghe ben 14 settimane, abbiamo raccolto molte testimonianze di famiglie alle prese con l’organizzazione del tempo dei propri figli tra lavoro, cura e campi estivi. Questo dimostra che c’è bisogno di un cambiamento nel modo in cui organizziamo il calendario scolastico.
La campagna si concentra su diverse questioni importanti. Ad esempio, molte famiglie hanno avuto difficoltà a conciliare il lavoro e la famiglia durante l’estate. Inoltre, c’è un divario tra coloro che possono permettersi di pagare attività extrascolastiche e centri estivi per i propri figli e coloro che non possono. Questo aumenta le disuguaglianze.
Inoltre, c’è il rischio che i bambini perdano le competenze acquisite durante l’anno scolastico a causa della lunga pausa estiva. Questo fenomeno è chiamato “summer learning loss” e può influire negativamente sul rendimento scolastico.
In Italia, abbiamo il record di settimane di chiusura delle scuole, ben quattordici. Questa situazione colpisce particolarmente il Sud Italia, dove molte scuole non offrono il servizio mensa. Questo significa che molti bambini non riescono a avere un pasto completo durante la giornata.
L’obiettivo della petizione è garantire maggiori opportunità ed equità per tutti i bambini, soprattutto quelli più vulnerabili. Si vuole evitare che i bambini meno abbienti siano lasciati indietro e che perdano competenze durante l’estate. Inoltre, si vuole costruire nuovi spazi educativi, come mense e laboratori, e ripensare la didattica in modo più flessibile e aperto al territorio.
La petizione ha suscitato reazioni contrastanti. Alcuni criticano l’idea di un tempo pieno obbligatorio fino a quattordici anni, sostenendo che l’educazione dei figli non può essere delegata solo alla scuola. Altri lamentano la qualità dell’insegnamento e suggeriscono di offrire attività estive gratuite per ridurre le disparità economiche.
Anche gli insegnanti hanno condiviso le loro opinioni. Alcuni sostengono che l’edilizia scolastica dovrebbe essere una priorità, mentre altri chiedono un aumento del personale.
In conclusione, la campagna ha sollevato molte questioni importanti sul sistema scolastico italiano. È chiaro che ci sia bisogno di un cambiamento per garantire un’educazione di qualità a tutti i bambini e ridurre le disuguaglianze.
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