Pitti Uomo 2024: Il Nuovo Anno Zero della Moda Maschile
Più che di 2024, a Pitti Uomo sarebbe giusto parlare di anno zero. Dopo il crollo estetico della pandemia e la corsa a esagerazioni e decori che l’hanno seguita, si avverte chiaramente la voglia di un reset. I brand presenti condividono punti comuni: nessuna esasperazione, poca voglia di ostentazione e una cura particolare per la sostanza dei capi, dai materiali con cui sono fatti al modo in cui possono essere usati. Non si tratta solo di novità fine a se stesse, ma piuttosto di un nuovo approccio al tema. Tutto sembra più sobrio e autentico.
Il Cambiamento di Approccio della Moda Maschile
“Io parlerei di una nuova rilassatezza,” riflette Claudio Marenzi, presidente di Herno. Questi abiti eleganti sono giusti per oggi, pronti per essere calati nella realtà. I consumatori si riconoscono in questi pezzi: è quello che loro indossano ogni giorno e che vorrebbero indossare; questo li mette a proprio agio e, alla fine, li spinge all’acquisto. La tendenza è verso capi improntati su un’eleganza classica, senza tempo e, per questo, trasversale. Si nota un netto distacco dal culto dei loghi a vista e dello streetwear più estremo.
Con la sua collezione di maglieria, Lorenzoni parla del ritorno a una mascolinità “gentile”, non urlata né stereotipata. Lo scopo è offrire un prodotto su cui valga investire. Elisa Lorenzoni spiega: “I migliori materiali, lavorazioni, rapporto qualità-prezzo: il mercato premia certi obiettivi. Anche per questo abbiamo creato una capsule di pullover lavorati in 3D in cui tecniche, filati e volumi si sovrappongono in una macro-trama a sbalzo. Speciale sì, ma sempre portabile.”
La Tendenza Verso l’Eleganza Classica e Trasversale
Per Piacenza 1733, la chiave sta nell’accostare linee e volumi ben rodati nella loro normalità a effetti molto più complessi e vari. Il marchio riesce a mantenere un buon equilibrio tra eccentricità e senso del reale. In linea con lo spirito dei tempi è anche l’americano Todd Snyder, il primo dei designer ospiti della rassegna ad andare in passerella. Lui ha costruito il suo lavoro sulla rilettura dei capi classici del vestire maschile; un approccio più che mai attuale, come hanno dimostrato i look presentati, tra i cappotti con i volumi amplificati, i completi di velluto e le giacche portate con i pullover a collo alto e i jeans svasati. Tutto molto solido e sicuro. E per questo, molto intelligente.
La sorpresa maggiore è Stefano Ricci, caposaldo del lusso estremo nel menswear. Il nuovo progetto del brand, tra i suoi più ambiziosi, è anche uno dei più minimali visti in questi giorni: si tratta di Alpha Yarn, capsule di semplici pullover e T-shirt bianche fatti con un filato che si ottiene pettinando solo le capre Hircus provenienti dalla zona dell’Alashan, in Mongolia, che non hanno più di 10 mesi. La fibra di cashmere che si ricava ha un diametro di 13,5 micron: è la più sottile al mondo, ma ha straordinarie proprietà di termoregolazione nonostante la leggerezza impalpabile. Il suo valore è tutto intrinseco: non c’è nulla di esibito.