Ecco una breve guida culturale per gli autostoppisti della comunicazione (web e non). Ma anche per i futuri esperti, curiosi di sapere come dare maggior valore ai propri contenuti e quel genere di “esperti” che invece desidera un nuovo articolo da criticare in modo da auto-glorificarsi per bene.
Una paio di premesse
Questo non è un articolo su “come risolvere un problema in 5 minuti” o “clicca e diventa esperto di…”. Nemmeno uno su cosa sia giusto o sbagliato. Servirà a dare invece un NOME e un COGNOME a certe cose. Così potrai dire “ok, ora lo so” e ragionare di conseguenza.
Inoltre devo essere onesto, chi scrive è un ex persuasore, oggi votato alla comunicazione informativa ma che tuttavia lavora per molti clienti come consulente di strategie di comunicazione per la vendita.
Lo so, sembra un’ipocrisia bella e buona ma se ci pensi bene, chi può informarti meglio su come saper riconoscere la persuasione e la pura informazione se non uno che lo fa di mestiere?
C’è altro di me che devi sapere prima di continuare la lettura.
Mentre un tempo favorivo l’entusiasmo, i trucchi e le tecniche di persuasione a dispetto delle argomentazioni, oggi do molto più valore a quest’ultime.
Perché una cosa dobbiamo ammetterla, non è detto che la persuasione non possa andare a braccetto con l’informazione. Una comunicazione ben fatta è in grado di favorire entrambe.
Comunque, a quanto pare, molti esperti di comunicazione non lo sanno o fanno finta di non saperlo.
E qui torniamo al topic originale, che in un mondo immaginario dove tag e keywords non hanno importanza avrebbe il seguente titolo: “Come riconoscere gli ingredienti sul retro dei prodotti di comunicazione”.
Su Google
Ti sarà capitato a volte di navigare su Google alla ricerca del perché e del come riguardo qualcosa.
Il tuo obiettivo era solo quello di cercare informazioni riguardo un soggetto, un personaggio, una tecnica. Magari cercavi notizie economiche, tecnologiche o forse eri solo alla ricerca della vera ricetta della pasta alla carbonara…
Ed ecco migliaia di contenuti, tutti molto simili ma spesso contraddittori.
Qui dicono così…Su quest’altro blog dicono colà…
Insomma una giungla piena di rigogliosa vegetazione ma anche di insidie. La fregatura è sempre dietro l’angolo.
Si, perché molte volte chi scrive non ha un vero interesse che tu riempia il tuo vuoto culturale, bensì che tu faccia click su un determinato link o scrolli fino in fondo e ti goda le adv (advertising).
Sui Social
Ti sei imbattuto in un video o post di passaggio che gli algoritmi dei motori di ricerca hanno scelto per te in base a quello che secondo loro è il tuo target di interessi.
Nel contenuto trovi argomenti interessanti. Tuttavia qualcosa ti puzza: tra i commenti c’è molto sarcasmo da persone del settore, di quà e di la a volte spunta addirittura il termine “fake”.
Solitamente accade in video, articoli e post social che hanno un tono “altisonante”, motivazionale oppure narrativo.
Gli ingredienti sul retro dei prodotti di comunicazione
Bene, facciamo finta che ogni articolo, post o video sia un prodotto solido. In questa storia decidiamo che la comunicazione sia un articolo in confezione. Come quelli che trovi sui scaffali del supermercato.
Prendiamolo in mano, giriamolo e diamo un’occhiata agli ingredienti. Di cosa è composto?
La comunicazione è la cosa più antica dopo la vita. Non scherzo.
Senza comunicazione tra una creatura e l’altra non ci sarebbe stato il passaggio di informazioni utili all’evoluzione. Ma saltiamo le origini preistoriche e arriviamo al dunque, al solido.
Oggi esistono migliaia di libri e decine di percorsi formativi sulla comunicazione moderna. Corsi sulla comunicazione assertiva, sulla PNL (la quale non nacque come sistema di persuasione), sul copywriting, su come convincere qualcuno a comprare qualsiasi cosa.
Insomma, li fuori è pieno di contenuti per rendere la tua comunicazione più efficace. Tuttavia essi si appoggiano totalmente alla tradizione storica, cambiando, trasformando i concetti originali già inventati secoli prima.
Si crede infatti che siano stati i Greci a raggiungere l’apice dell’analisi comunicazionale umana, inventando addirittura una scienza dedicata ad essa: la filosofia. E di conseguenza la “logica” (in greco logos). In breve la logica suppone che due interlocutori, impegnati in un dibattito relativo a un soggetto, raggiungano la verità attraverso determinate tecniche che comprendono “premesse” e “conclusione”. Lo so è una descrizione riduttiva, ci vorrebbero 7635290384 libri per spiegarlo bene ma il nostro obiettivo oggi è che tu riconosca gli ingredienti.
Devi imparare a capire e riconoscere il “solido” dal “gassoso” (per non citare il solito fumo-arrosto).
Ora, abbiamo detto di far finta che la comunicazione sia un prodotto fisico con degli ingredienti. Aggiungiamo di supporre che video, articoli, post e interventi oratori siano una pecie di dibattito tra comunicatore (loro) e interlocutore (tu).
Gli ingredienti di questo prodotto sono svariati, ma se stai cercando di avere una dieta che non contenga certi tipi di additivi allora devi fare attenzione a questi: Retorica, Sofisma, Sarcasmo.
Retorica
La retorica è l’arte della persuasione.
Essa consiste nel camuffare un discorso privo di vere argomentazioni logiche in uno logico grazie a tecniche utilizzate da altri scrittori o oratori per informare, persuadere o motivare un pubblico particolare in situazioni specifiche. Nell’uso moderno, si riferisce sostanzialmente a un discorso vuoto, privo o povero di impegno intellettuale, civile o morale: un sentimentalismo, un nazionalismo, un discorso, un articolo politico, un gesto appunto retorico.
Esempio: quando usi citazioni di personaggi famosi o eccellenti per motivare un’argomentazione che non ha nulla a che vedere con il contesto nel quale quelle frasi furono scritte/pronunciate, stai sostanzialmente facendo della retorica. Lo stesso accade se le citazioni sono ben posizionate nel contesto ma appartengono all’invenzione creativa di uno scrittore/regista (usare parole di un film o un romanzo per giustificare le azioni nella vita reale). Cioè, il contenuto non necessariamente dice il falso ma è possibile che stia dando credito alle argomentazioni grazie ad esso.
Sarcasmo
Il sarcasmo è l’uso di parole solitamente adottate per deridere o infastidire qualcuno, o per scopi umoristici. Chi obietta ad un’affermazione con sarcasmo lo fa prendendo i punti deboli del discorso dell’interlocutore, li decontestualizza e li usa come leva per dimostrare NON la propria ragione, bensì il torto dell’interlocutore.
Usare il sarcasmo in questo modo produce spesso quello che in matematica si chiama “reductio ad absurdum” (riduzione all’assurdo): “Ho ragione perché tu hai torto”.
Sofisma
Semplicemente l’uso di argomenti intelligenti ma falsi, solitamente con l’intenzione di ingannare. Un esempio di sofisma è quando usi un fatto in una discussione per sostenere la tua tesi, anche se il fatto è falso.
Esempio 1: “Tutti sappiamo che lo sbarco sulla luna è un falso, la NASA mente per professione, quindi se ha mentito su quello sicuramente lo ha fatto anche sull’11 settembre”.
- Non ci sono prove che lo sbarco sulla luna del 69 non sia avvenuto.
- La NASA non si è mai pronunciata sull’undici settembre, semmai il Pentagono o La Casa Bianca.
Esempio 2: una slide durante un corso sulle trattative di vendita, “Tacere e ascoltare vale più che parlare. In questo modo scoprirai i punti deboli del tuo avversario. E la vittoria sarà più facile.” – Sun Tzu, L’arte della guerra.
Sembra figo eh? Purtroppo figo non è sempre sinonimo di vero:
- Questa frase non è scritta nel libro citato.
- “L’arte della guerra” non è un trattato su come vincere le guerre ma su come evitare di combatterle. In realtà è un libro sulla diplomazia strategica.
- Sun Tzu non è mai esistito, si tratta di un personaggio inventato. Potremmo paragonarlo a un Satoshi Nakamoto della letteratura, se approfondirai senza limitarti a googlare il nome vedrai che è così.
Morale
Immagina io sia un famoso personaggio da citare, riassumerò i concetti dell’articolo usando un esempio di Retorica mista a un po di Sofisma creando un aforisma da zero:
“Nella famiglia Persuasione, la Retorica è una madre colta e loquace che però non dà mai spiegazione delle proprie affermazioni e non fa nulla affinché il figlio studi e cresca intellettualmente.Dal canto suo, il Sarcasmo è un padre che mette in luce solo gli errori e i punti deboli, senza mai dare soluzioni a un problema.
Il Sofisma è il figlio tossicodipendente della coppia”.
Se desideri un’analisi sulla comunicazione o vuoi che ti aiuti a crearne una davvero efficace per la tua azienda passa a trovarmi su influencer.srl
Discussion about this post