Se la proposta di Strasburgo fosse approvata, ogni governo dovrebbe assicurare un reddito minimo pari al 60 per cento del salario mediano, che in Italia corrisponde a 1261 euro al mese, quasi sette euro l’ora. Il presidente dell’Inps Pasquale Tridico aveva quantificato in “Oltre 2 milioni i lavoratori che lavorano a 6 euro all’ora lordi”, dato che dà l’idea della platea potenziale dei beneficiari di un salario minimo di sette euro l’ora.
Tuttavia, nulla vieta che il tetto possa essere superiore a questo parametro. Se, come pare, la direttiva dovesse essere approvata, l’Italia avrà a disposizione due anni per approvare una legge sul salario minimo. Bisogna anche considerare che l’Italia è l’unico paese dell’Ocse in cui gli stipendi sono diminuiti negli ultimi 30 anni, precisamente del 3%.ù
COS’È IL SALARIO MINIMO
Il salario minimo è la retribuzione di base per i lavoratori di differenti categorie, stabilita per legge, in un determinato arco di tempo. Non può essere in alcun modo ridotta da accordi collettivi o da contratti privati. È in sostanza, una “soglia limite” di salario sotto la quale il datore di lavoro non può scendere. Si parla da diversi anni in Italia della scelta di affidare il compito di determinare il livello minimo di salario alla legge e non solo alla contrattazione collettiva, così come avviene oggi. Vi sono numerose proposte di disciplina del salario minimo ma per ora, nessuna è stata approvata né ha trovato l’accordo tra le parti sociali.
COME SI FISSA IL SALARIO MINIMO
Le legislazioni sul salario minimo, nei diversi Paesi Europei e non, hanno calcolato il salario minimo alla luce di una serie di parametri come:
- la produttività;
- il PIL;
- l’Indice dei prezzi al consumo;
- andamento generale dell’economia.
Periodicamente va però fatta una rivalutazione in modo tale da mantenere il potere di acquisto dei salari stabile nel tempo.
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