“Elementare, Watson!”: una frase che richiama, immancabilmente, il personaggio di Sherlock Holmes. Sebbene si tratti di un’esclamazione mai pronunciata né dal personaggio né dal suo creatore, lo scozzese Arthur Conan Doyle, e a dispetto dell’interesse in proposito persino della Treccani, che ne traccia le origini piuttosto in uno dei primi adattamenti dei racconti, le fortune dell’espressione sono diretta conseguenza delle fortune del personaggio, divenuto archetipo dell’investigatore deduttivo. Tale status di precursore è a sua volta un mito: il personaggio di Holmes deve molto al vero archetipo del genere, l’Auguste Dupin creato da Edgar Allan Poe nel 1841 per I Delitti della Rue Morgue. Eppure al giorno d’oggi il genere giallo deduttivo richiama infallibilmente la figura dell’allampanato Sherlock Holmes, grazie sicuramente alla vasta produzione che l’ha visto protagonista dal 1887 al 1927; ma anche, e forse soprattutto, grazie agli innumerevoli adattamenti tratti da tale produzione letteraria. Dal cinema alle serie TV, dai videogiochi fino a fumetti e giochi da tavolo, non esiste media nel quale non si sia cimentata, in un modo o nell’altro, una versione di Sherlock Holmes.
Ovviamente, anche per il mero valore numerico, impossibile non partire dagli adattamenti cinematografici, a loro volta numerosi e sparsi in decenni di cinema. Fra i più recenti si contano Enola Holmes del 2020, con Henry Cavill nel ruolo dell’investigatore, e i due film diretti da Guy Ritchie nel 2009 e nel 2011, con Robert Downey Jr nei panni di Sherlock Holmes e Jude Law in quelli del dottor Watson. Tra i più risalenti, invece, si trova nientemeno che un vero e proprio esperimento del cinema: risale al 1900 Sherlock Holmes Baffled, cortometraggio muto volto a dimostrare un effetto speciale. Nel mezzo decine di pellicole, tra le quali si distinguono quelle con protagonista Basil Rathbone tra il 1939 e il 1946: un’interpretazione iconica a tal punto che in Basil l’Investigatopo, classico Disney del 1986, la versione disneyana di Sherlock Holmes omaggia proprio il nome del suo più noto interprete.
Anche in ambito videogaming il personaggio di Sherlock Holmes è stato sfruttato nei più disparati contesti: già dagli anni ’90 appaiono i primi adattamenti, con The Lost Files of Sherlock Holmes uscito nel 1994. Ma è alla software house Frogwares che si deve la fortuna videoludica del personaggio, con dieci titoli ad esso dedicati usciti tra il 2002 e lo scorso anno. Non mancano adattamenti di altro genere come, per esempio, slot machine. Le slot tematiche, in effetti, riscuotono da sempre successo, e l’offerta online non fa che sottolineare questo aspetto: quello vichingo con Viking Hoard, quello greco con Rise of Olympus o quello egizio con Tomb of Ra sono solo alcuni dei temi che spopolano sulle più apprezzate piattaforme dedicate in rete, e un’icona popolare come Sherlock Holmes non poteva rimanere a lungo senza una slot a tema. Per l’occasione, il celebre investigatore prende le fattezze dei personaggi del film del 2009, al quale la slot si ispira riprendendone oggetti ed estetica. Immediatamente affine è poi il contesto dei boardgame, tra i quali si trovano vari adattamenti: uno su tutti è Holmes – Sherlock & Mycroft, pubblicato nel 2015 e pensato per due giocatori, posti a interpretare i due fratelli Holmes.
Sul piccolo schermo la più nota interpretazione dell’investigatore è data da Benedict Cumberbatch in Sherlock, serie della BBC andata in onda dal 2010 al 2017: ambientata nella Londra odierna, al protagonista si affianca Martin Freeman nei panni del dottor Watson. Merita menzione anche Sherlock Holmes, una miniserie di produzione italiana del 1968: l’amore per il personaggio in Italia, peraltro, è testimoniato anche dall’evidente omaggio a esso reso da Umberto Eco ne Il Nome della Rosa, nel quale il protagonista Guglielmo da Baskerville è ampiamente ispirato all’investigatore.
Infine, guardando al mondo dei fumetti, non sono mancati adattamenti né ispirazioni. Ai primi va ricondotto Sherlock, adattamento manga dell’omonima serie televisiva ancora in corso di pubblicazione. Ma è nelle citazioni e negli omaggi che emerge ancora di più la mai sopita ammirazione per il personaggio: così, se Disney già gli aveva reso omaggio con il lungometraggio animato, non manca sulle pagine di Topolino l’imbranato detective Ser Lock, parodia del celebre detective apparso in alcune storie degli anni ’70. Impossibile poi non citare il manga Detective Conan: è lo stesso protagonista, il cui nome è un omaggio ad Arthur Conan Doyle, a dichiarare di ispirarsi al celebre Sherlock Holmes, desiderando divenirne un’incarnazione moderna.
Discussion about this post