Siamo alla fine dell’Ottocento quando William Morris, tre le luci più accese del movimento Arts and Crafts irradia la popolazione con un suo stile che sarà motivo di ispirazione per i grandi maestri dell’Art Nouveau. Quella corrente artistica che ha durato da fine Ottocento ai primi Novecento. Ricordiamo tutti l’affondo del Titanic che oggi associamo questo drammatico episodio al declino dell’arte Liberty o modernista se così la volgiamo chiamare e allo stesso tempo l’alba dell’Art Déco. Correva l’anno 1912.
Storici, critici, esperti d’arte e d’antiquariato hanno sempre citato il periodo felice della Belle Epoque con opere d’arte, sculture, dipinti, grafiche, oggetti, mobili e architetture ma mai valorizzato appieno le produzioni di quel periodo nei giorni nostri. Senza dubbio il lavoro di ricerca di Lara Vinca Masini e Rossana Bossaglia negli anni Settanta ha fatto riscoprire l’interesse per questo stile così decorato. Se si tratta di spiegare o riassumere questa epoca d’orata spessi viene da citare il villino Ruggeri a Pesaro. L’opera di Giuseppe Brega e del farmacista Oreste Ruggeri hanno definito le Marche come la regione d’Italia con una manifattura modernista (Liberty) più affascinante tra tutte. Ma l’interesse a distanza di vent’anni era più che svanito e così la storia curiosa e singolare di Riccione è l’inizio di una riscoperta dell’Art Nouveau.
Si trova tutto scritto nelle prime pagine di “Una stagione del Liberty a Riccione“, Maggioli editore 2010. La vicenda curiosa di un giovane di sedici anni, Andrea Speziali che durante il trasloco di casa, una sera per raggiungere gli amici in spiaggia cammina davanti alla suggestiva villa Antolini progettata da Mirko Vucetich nel 1923 e trova interesse per la dimora. Da qui il viaggio – tutto un romanzo da scrivere – alla scoperta di qualcosa di nuovo. Ecco allora che si riaccendono i riflettori sullo stile Liberty con un lavoro condotto da Speziali che a soli diciott’anni spiega scientificamente la vicenda dell’arte Liberty in riviera. Sempre lo stesso riccionese nel 2012 pubblica il portale ITALIA LIBERTY censendo oltre duecento villini sparsi per tutto il Paese. Oggi ne ha catalogati, ciascuno accompagnato da scheda descrittiva e contributo critico, oltre mille. Il Corriere della Sera ne ha dedicato un articolo in nazionale per il sorprendente lavoro di ricerca portato avanti con passione e capacità.
All’alba di oggi nasce una nuova organizzazione culturale: Art Nouveau week. Il team è composto dagli stessi membri del Cda dell’associazione Italia Liberty, consociata ad Art Nouveau week. Si segnalano Edoardo Tamagnone, Rosilla Gambini e Andrea Speziali.
La settimana del Liberty (Art Nouveau week) è ormai un appuntamento consolidato dove tutti gli anni dall’8 al 14 luglio propone al pubblico un calendario di appuntamenti esteso in tutto il mondo tra visite guidate, mostre, conferenze, workshop e tanto altro. La prima edizione risale al 2019 e ogni anno ha l’obbiettivo di dedicare un tema a un argomento inerente, l’ultimo all’architetto Silvio Gambini, celebre per i suoi villini a Busto Arsizio. Ogni hanno partecipano più di duecento città con mete anche originali dove visitare siti di norma chiusi al pubblico in ville lussuose finemente affrescate con motivi floreali. L’immagine coordinata vede per ogni edizione cambiare il colore del logo in base ai temi principali. Ad esempio alla terza edizione è stata selezionata una grafica di William Henry Bradley perché l’Art Nouveau week è una settimana in cui ogni giorno nasceva un protagonista del Liberty. Ricordiano ad esempio Giuseppe Sommaruga, Giovanni Michelazzi, Otto Wagner, Gustav Klimt.
Nelle pagine Facebook e Instagram vengono anche condivise immagini che raccontano opere di autori meno noti come Eugenio Dabbeni che secondo il perito del Tribunale di Rimini, Andrea Speziali, fu uno, se non il primo a progettare il palazzo Liberty in Italia.
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