Nell’antica città di Sarsina, situata nella provincia di Forlì-Cesena, sono stati recentemente scoperti i resti di un Capitolium risalente al I secolo a.C. Questo Capitolium, dedicato alla Triade Capitolina composta da Giove, Giunone e Minerva, era un simbolo del potere romano, soprattutto durante la dinastia Giulio-Claudia, che comprendeva i primi cinque imperatori romani, l’ultimo dei quali fu Nerone. Questi templi venivano costruiti in città importanti come Ostia Antica, Pompei e Brescia romana.
Prima dell’arrivo dei Romani, l’area di Sarsina era abitata dagli Umbri, un popolo italico che fu conquistato dai Romani nel III secolo a.C. Successivamente, i Romani trasformarono Sarsina nella principale città di un distretto agricolo di grande importanza. Non solo, Sarsina è anche il luogo di nascita del commediografo Plauto, autore dei più antichi scritti letterari latini che ci sono pervenuti interamente e considerato il modello all’origine del teatro moderno.
Secondo Cicerone, Plauto nacque a Sarsina nel 250 a.C. e morì a Roma nel 184 a.C. Elio Stilone, il primo grande filologo romano del II secolo a.C., sosteneva che se le muse avessero parlato in latino, avrebbero usato la lingua di Plauto. A lui si deve la fusione della commedia greca con elementi della farsa italica. Si ritiene che, ad eccezione di Virgilio, nessun altro abbia influenzato tanto l’origine della letteratura moderna quanto lui. Quando nel I secolo a.C. venne eretto il Capitolium a Sarsina, Plauto era già scomparso, ma era così famoso che gli furono attribuite 130 commedie, anche se la maggior parte di queste attribuzioni erano false. Attori, capocomici e altri commediografi cercavano di sfruttare il suo nome.
Sarsina è una vera e propria regina dell’archeologia. La città conserva i resti romani di bagni pubblici, fortificazioni e altri templi. Inoltre, sono state scoperte numerose anfore, oggetti di ceramica e bronzo. I resti del Capitolium scoperto includono una piattaforma quadrata tipica, corsie di blocchi di arenaria che conducono a un Podium e una pavimentazione in arenaria di un Foro adiacente. Sopra il Podium, rivestito di marmo, si ergevano alti muri che ospitavano le statue vestite delle divinità, a cui venivano offerte offerte e sacrifici e si chiedevano intercessioni. Purtroppo, le statue non sono state rinvenute, ma i muri sono stati conservati fino a un’altezza massima di 2,85 metri.
La straordinarietà di questa scoperta risiede anche nel buono stato di conservazione delle strutture, che sono state inizialmente individuate durante i lavori di demolizione di una palestra comunale per la costruzione di un nuovo centro polifunzionale. Parte del tempio era nascosta proprio nel terreno sottostante. L’intervento della Soprintendenza, Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini ha bloccato i lavori edili, permettendo di portare alla luce il resto del tempio. Gli scavi condotti dall’archeologa Romina Pirraglia hanno anche rivelato un sistema di drenaggio delle acque e elementi di riutilizzo della struttura romana nel Medioevo, come tombe e focolari. Inoltre, sono stati rinvenuti anche elementi risalenti al IV secolo a.C., quando l’area era ancora sotto il controllo degli Umbri. Questa scoperta offre molte opportunità di ricerca. Il tempio sarà presentato al pubblico durante le Giornate Europee del Patrimonio nel settembre 2023.
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