Negli Stati Uniti, i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) hanno raccomandato i nuovi vaccini anti-Covid a tutti dai 6 mesi di vita in su. Ma qual è la posizione degli esperti in Italia?
Secondo Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società Italiana di Malattie Infettive e tropicali (Simit), la raccomandazione dei Cdc conferma che un richiamo del vaccino anti-Covid è sempre utile per i bambini più piccoli e per la popolazione sana. Essere vaccinati riduce il rischio di Long Covid e protegge le persone fragili o immunocompromesse.
Tuttavia, Matteo Bassetti, direttore delle Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, non è d’accordo con i Cdc. Secondo lui, non dobbiamo ripetere l’errore commesso in passato allargando la vaccinazione a tutti senza distinzioni. Bassetti ritiene che dovremmo concentrarci sulla protezione dei soggetti fragili, ultrafragili e anziani, anziché vaccinare tutti indiscriminatamente.
Anche Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, è contraria alla vaccinazione di tutti dai 6 mesi in su. Secondo lei, i vaccini devono essere ampiamente sperimentati e conosciuti nei loro effetti collaterali. Inoltre, il rischio di contrarre la malattia in forma grave è quasi inesistente per gli individui sani di età superiore ai 6 mesi.
Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università Statale di Milano, ritiene che la vaccinazione anti-Covid debba essere un’opportunità per tutti, ma la raccomandazione diventa più stringente in base all’età e alla fragilità. La campagna di richiami autunno-inverno dovrebbe concentrarsi su chi rischia di più, come gli anziani e gli operatori sanitari.
Carlo Signorelli, docente di Igiene e Sanità pubblica all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, sostiene la scelta del Ministero della Salute italiano di identificare precise categorie da indirizzare verso i richiami autunno-inverno. Non si tratta di una vaccinazione di massa, ma di una strategia mirata.
In conclusione, mentre i Cdc statunitensi raccomandano la vaccinazione anti-Covid a tutti dai 6 mesi in su, in Italia si preferisce una strategia mirata verso le categorie a rischio. La decisione del Ministero della Salute italiano tiene conto dei costi e dei benefici, nonché dell’organizzazione della campagna di vaccinazione.
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