Home 600 richieste d’aiuto a Palermo e provincia: violenza sulle donne, Le Onde onlus.

600 richieste d’aiuto a Palermo e provincia: violenza sulle donne, Le Onde onlus.

Più di 600 telefonate da inizio anno e 228 donne vittime di violenza seguite nel percorso di liberazione da abusi e maltrattamenti: sono i numeri allarmanti forniti da Elvira Rotigliano, avvocato e presidente de ‘Le Onde Onlus’, l’associazione che da oltre 30 anni a Palermo si batte contro la violenza di genere. Secondo Rotigliano, la violenza sulle donne non può essere considerata solo come un fenomeno, ma come un problema sistemico e strutturato nella nostra società, che si manifesta quotidianamente come una tragedia senza fine.

Il centro antiviolenza Le Onde opera a livello nazionale ed è composto da due case rifugio, la cui ubicazione è segreta, e da un servizio telefonico immediato gestito da operatori formati secondo standard europei in grado di valutare immediatamente i rischi. Inoltre, offre consulenze psicologiche e legali per supportare le vittime.

Le donne che chiedono aiuto al centro antiviolenza appartengono a diverse classi sociali e fasce d’età, dimostrando che la violenza è un problema trasversale che non riguarda solo le fasce più deboli o disagiate della società. Al contrario, spiega Rotigliano, più alto è il livello culturale di una donna, più subdola può essere la violenza che subisce. L’avvocato sottolinea che è un falso stereotipo pensare che solo le donne povere o svantaggiate siano vittime di violenza. Un esempio di ciò è il caso di Marisa Leo, una 39enne uccisa dal suo ex compagno nel Trapanese. Marisa era un’attivista per i diritti delle donne e una persona consapevole e virtuosa, ma nonostante tutto è rimasta sola nella sua lotta. Questa storia dimostra che la violenza può colpire chiunque.

Le donne che cercano aiuto presso il centro antiviolenza Le Onde non hanno confini di età: la fascia più rappresentativa va dai 30 ai 55 anni, ma ci sono anche donne settantenni e addirittura ottantenni che hanno iniziato il percorso di liberazione dalla violenza. Rotigliano racconta di una donna di 80 anni che si è separata dal suo compagno dopo più di 50 anni di maltrattamenti. Questi casi dimostrano che l’intervento immediato può essere salvifico e sottolineano l’importanza dei centri antiviolenza e dei servizi di sostegno.

Tuttavia, per Rotigliano, combattere la violenza di genere non riguarda solo fornire assistenza alle vittime, ma anche affrontare il problema culturale di fondo in maniera più seria, andando oltre gli spot pubblicitari. Lei denuncia la vittimizzazione secondaria delle donne, che si manifesta anche nelle aule dei tribunali. Troppo spesso, le sentenze si concentrano sui costumi sociali della vittima, sulla sua vita sessuale o sul suo abbigliamento, responsabilizzandola per la violenza subita. Per cambiare questa mentalità, Rotigliano sostiene la necessità di modificare l’articolo 609-bis del Codice penale introducendo il concetto di consenso sessuale.

Rispetto alla proposta di aumentare le pene per i reati di violenza di genere, Rotigliano ritiene che si tratti di una risposta emotiva immediata che non affronta il problema in modo adeguato. Le pene già esistenti potrebbero essere sufficienti se venissero applicate nella loro severità, ma è necessario lavorare su un cambiamento culturale più profondo. È importante porre fine alla tolleranza del sessismo e educare i giovani al rispetto reciproco e alla sessualità consensuale.

Infine, Rotigliano sottolinea l’importanza della formazione professionale per coloro che lavorano nel campo della violenza di genere, inclusi le forze dell’ordine e i magistrati. È fondamentale che essi riconoscano i fattori di rischio e evitino di umiliare e colpevolizzare le vittime.

In sintesi, la violenza di genere è un problema diffuso che colpisce donne di tutte le classi sociali e fasce d’età. Combattere questa violenza richiede un approccio globale che fornisca servizi adeguati alle vittime, ma anche un cambiamento culturale che ponga fine alla vittimizzazione secondaria e alla tolleranza del sessismo. Soltanto lavorando su entrambi questi fronti sarà possibile porre fine a questa tragica realtà.

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