Home Addio al regista Montaldo: un discepolo del Neorealismo che indagò il potere

Addio al regista Montaldo: un discepolo del Neorealismo che indagò il potere

Giuliano Montaldo, uno dei più grandi registi italiani del dopoguerra, è morto oggi a Roma all’età di 93 anni. Con la sua trilogia composta da “Gott mit uns” (1970), “Sacco e Vanzetti” (1971) e “Giordano Bruno” (1973), Montaldo ha espresso un impegno civile che ha caratterizzato tutta la sua carriera cinematografica.

Montaldo, nato a Genova nel 1930, ha iniziato la sua carriera come attore teatrale e ha esordito nel cinema in due film di Carlo Lizzani. Dopo essersi formato come assistente alla regia con autori come Elio Petri e Gillo Pontecorvo, Montaldo ha iniziato la sua carriera da regista con “Tiro al piccione” (1961), un film che racconta la fine della Seconda Guerra Mondiale attraverso gli occhi di un soldato della Repubblica di Salò.

Il regista ha continuato a dirigere film di successo, come “Una bella grinta” (1965), che affronta i complessi problemi della società italiana dell’epoca attraverso la storia di un uomo che cerca di sfruttare cinicamente il boom economico. Il film ha vinto il Premio Speciale della Giuria al Festival di Berlino.

La trilogia composta da “Gott mit uns”, “Sacco e Vanzetti” e “Giordano Bruno” rappresenta uno dei punti più alti della carriera di Montaldo. Questi film analizzano il potere militare, giudiziario e religioso attraverso figure storiche come il processo per diserzione e la fucilazione di soldati della Wehrmacht, il processo e l’ingiusta condanna di due anarchici italiani negli Stati Uniti e la persecuzione di Giordano Bruno da parte della Santa Inquisizione.

Montaldo è stato anche un apprezzato regista di opere liriche, dirigendo grandi nomi come Luciano Pavarotti e Placido Domingo. Ha inoltre trasposto opere letterarie italiane del dopoguerra in significative immagini cinematografiche, come “L’Agnese va a morire” (1976), “Gli occhiali d’oro” (1987) e “Tempo di uccidere” (1989).

Il regista ha anche diretto un kolossal televisivo, “Marco Polo” (1982), che rappresentò uno dei maggiori successi internazionali della Rai, venduto in 76 paesi e vincitore di un premio Emmy.

Nel corso degli anni, Montaldo ha continuato a dirigere film e documentari, dimostrando una grande versatilità artistica. Nel 2018, ha recitato nel film “Tutto quello che vuoi” di Francesco Bruni, che gli ha valso un David di Donatello come migliore attore non protagonista.

Montaldo ha ricevuto numerosi premi nella sua carriera, tra cui il Globo d’Oro e il David alla carriera. Dal 1999 al 2002 è stato presidente di Rai Cinema, e nel 2002 è stato nominato Cavaliere di Gran Croce dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

La sua morte rappresenta una grande perdita per il cinema italiano, ma il suo impegno civile e il suo talento rimarranno per sempre nelle sue opere, che continuano ad essere apprezzate a livello nazionale e internazionale.

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