(Adnkronos) – La recente giurisprudenza civile sui ricoveri ad elevata integrazione sanitaria e socio-sanitaria “crea un problema perché afferma che le prestazioni delle Rsa in regime di accreditamento sono parte del Servizio sanitario nazionale e si esclude che debbano essere corrisposte e pagate dall’utente. Dall’altro lato, però, si limita la rimborsabilità delle Rsa all’interno di un budget che non le prevede. In questo modo non sono sostenibili perché, se non si chiarisce chi le paga, queste prestazioni non saranno più rese, deprimendo il diritto alla salute”. Così Luca Perfetti, professore di diritto amministrativo e senior partner di BonelliErede, partecipando a Milano al convegno ‘Rs(a)ppropriatezza: leggi chiare, costi certi. Chi paga le Rsa?’, organizzato da Associazione RisoRsa.
“Le sentenze della Cassazione” secondo cui alcune prestazioni socio-assistenziali strettamente collegate a quelle sanitarie sono a carico del Ssn “sono sbagliate perché immaginano che i diritti fondamentali siano finanziariamente condizionati alla presenza di soldi pubblici per finanziarli. La Corte Costituzionale afferma, invece, il contrario: il bilancio deve conformarsi ai diritti e non i diritti al bilancio. La soluzione è un intervento del legislatore che chiarisca la situazione. Il rischio è che si espanda il contenzioso tra utenti, gestori delle Rsa e Ats, cosa che porta a molte spese, molta confusione e pochi risultati”, conclude.
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salute
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