Home Intrattenimento Giovanni Terzi: il trauma dell’arresto e il suo impatto sul figlio

Giovanni Terzi: il trauma dell’arresto e il suo impatto sul figlio

Giovanni Terzi: la sua storia di resilienza e riscatto

Durante la sesta puntata di “Ballando con le stelle”, Giovanni Terzi ha espresso la sua opinione sulla giuria. Nel video introduttivo alla sua performance, ha sottolineato l’importanza della giustizia e dell’attenzione nel giudizio. Ha commentato le parole di Selvaggia e Mariotto, che secondo lui lo hanno fatto ridere perché non ha nulla da dimostrare riguardo al suo temperamento. Ha superato prove difficili nella vita e ha resistito a modo suo.

Giovanni Terzi è tornato indietro nel tempo, al giorno del suo arresto e della sua detenzione in carcere. Era il 13 ottobre 1998, quando era un consigliere comunale a Milano e la sua carriera stava decollando. Fu arrestato con l’accusa di aver accettato una tangente di 250 milioni di lire quando era assessore ai Lavori pubblici di Bresso tre anni prima.

Terzi ha raccontato l’esperienza dell’arresto e della detenzione. Ha descritto come i carabinieri siano arrivati a casa sua alle 6 del mattino e lo abbiano portato a Opera, dove è stato messo in isolamento in una piccola cella con uno spioncino. Non aveva il permesso di uscire all’aria aperta e poteva fare la doccia solo una volta alla settimana. Dopo 30 giorni di isolamento, è stato trasferito e gli sono state messe le manette alle mani e ai piedi. Ha confessato di aver pianto disperatamente in quel momento.

Il giornalista è rimasto in carcere per tre mesi, fino alla sentenza della Cassazione che ha sconfessato la tesi della Procura di Milano, accusata di agire in preda a un delirio di onnipotenza. Ma la sua battaglia non è finita lì. Terzi ha affrontato i processi e solo nel 2006, dopo otto anni, è stato definitivamente scagionato. Ha sottolineato che ciò di cui aveva bisogno non era solo essere assolto, ma anche sapere che la società non lo giudicasse ancora negativamente. Ha affermato di non accettare che le avversità possano schiacciarlo e che questa mentalità gli ha permesso di non farsi vittimizzare.

Terzi ha anche parlato del dolore che ha provato nel vedere i suoi genitori venire a trovarlo in carcere e del trauma che suo figlio Lodovico ha vissuto a causa della sua esposizione mediatica. Ha confessato che soffre quando pensa alla sofferenza degli altri. Ha concluso dicendo che le sfide nella vita servono a dare un senso a ciò che facciamo e che, nonostante le sconfitte, gli ultimi cinque anni sono stati molto belli. Ha citato Simona Ventura dicendo di credere sempre e di non arrendersi mai.