Home Il ruolo del Pubblico Ministero come primo giudice secondo l’Avvocato Della Valle

Il ruolo del Pubblico Ministero come primo giudice secondo l’Avvocato Della Valle

L’avvocato Raffaele Della Valle ha ancora un legame intenso con la vicenda di Enzo Tortora, un rapporto che va oltre il professionale. Della Valle, insieme ad altri due avvocati, ha difeso Tortora durante tutto il processo che coinvolse il famoso presentatore e giornalista. Dal momento dell’arresto nel giugno del 1983 fino all’assoluzione nel settembre del 1986, Tortora ha vissuto tre anni di calvario che hanno avuto un impatto profondo sulla sua mente e sul suo corpo. Tortora è morto nel 1988, a soli 59 anni.

La storia umana e giudiziaria di Tortora viene raccontata nel libro-intervista scritto da Della Valle insieme al giornalista Francesco Kostner. Il libro si intitola “Quando l’Italia perse la faccia. L’orrore giudiziario che travolse Enzo Tortora” ed è stato presentato a Catanzaro su iniziativa dell’Ordine degli avvocati del capoluogo calabrese.

Della Valle ha dichiarato che non è assolutamente giustificabile il modo in cui è stata condotta l’inchiesta su Enzo Tortora. Secondo lui, il pubblico ministero dovrebbe essere il primo giudice in ogni inchiesta. Quello che è successo all’epoca è incredibile.

Durante il processo, una delle tante aberrazioni che Della Valle e gli altri avvocati di Tortora hanno dovuto affrontare è stata la pubblicazione sui giornali di notizie che avrebbero dovuto essere coperte dal segreto istruttorio. Tutto finiva sui giornali. Della Valle ha addirittura coniato l’espressione “deposito degli atti in edicola”. Ha deciso di scrivere questo libro perché ha capito che era arrivato il momento di parlare della vicenda di Tortora, che ha avuto un enorme impatto su di lui. Tuttavia, il libro non è un libro di odio e non cerca vendette. Non è un attacco ai magistrati e alla magistratura, anche se Della Valle ritiene che i magistrati di valore siano sempre meno presenti. Inoltre, l’avvocato sostiene che il ruolo dell’avvocato viene sempre più neutralizzato e marginalizzato, con sempre più ostacoli e difficoltà. Il libro vuole comunque essere un invito all’ottimismo. Dopo il Medioevo, arriva sempre il Rinascimento.

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