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La Roma: i Friedkin accelerano per stipendi al top

NUOVE REVEAL AS ROMA – Se il denaro nel calcio diventa un indicatore di potenziale forza, sembra che la famiglia Friedkin abbia sempre più intenzione di farsi sentire, secondo quanto riportato dall’edizione odierna della Gazzetta dello Sport.

A dimostrazione di ciò, troviamo il denaro che i Friedkin stanno investendo nella Roma. Non ci riferiamo solo ai più di 750 milioni di euro spesi nel corso di poco più di tre anni per l’acquisizione e il rilancio del club. C’è altro ancora, ovvero uno degli ingredienti principali del calcio moderno insieme al costo dei trasferimenti: gli stipendi.

Sorprende il fatto che i Friedkin siano criticati per non aver investito sul mercato, facendo riferimento solo al costo dei giocatori. Le regole del “fair play finanziario” dell’UEFA sono molto restrittive (come dimostrato dall’esclusione di Azmoun e Kristensen dalle competizioni europee), spingendo così i proprietari a concentrarsi sulla leva degli stipendi. È una mossa corretta o rischiosa? Sarà il campo a dare la risposta.

Una cosa è certa: prendendo in considerazione i dati ufficiali fino al 2022-2023 e quelli dell’attuale stagione, la media degli stipendi e dei premi pagati durante l’era DiBenedetto-Pallotta (a partire dal 2011-2012) è stata di 124,5 milioni di euro, mentre attualmente si aggira intorno ai 154 milioni di euro. Quindi, un significativo aumento, soprattutto considerando che i ricavi sembrano diminuire.

Infatti, prendendo in considerazione la stagione con il monte salari più alto dell’era americana (2018-2019: 165,8 milioni di euro), i ricavi della Roma (compresi i guadagni dalla gestione dei giocatori) ammontavano a 320,4 milioni di euro, mentre l’ultimo bilancio ufficiale dei Friedkin fa riferimento a 205,8 milioni di euro. È evidente come gli sforzi dei Friedkin siano notevoli. Ma questi sforzi significano anche ambizione, che i proprietari non risparmiano, anche se sono consapevoli che, in attesa del nuovo stadio, è necessario aumentare i ricavi.

In questo senso, dopo il fallimento dell’accordo con Digitalbits, è sorprendente che la Roma abbia iniziato la stagione senza uno sponsor principale sulla maglia, anche se si parla di trattative in corso con American Airlines e Turkish Airlines. Inoltre, il nuovo accordo con Adidas sembra promettere migliori opportunità rispetto a quello con Nike. In ogni caso, tutto ciò è stato sufficiente per garantirsi un allenatore del calibro di Mourinho e giocatori di alto livello come Dybala e Lukaku, il giocatore più pagato della squadra con 7 milioni di euro all’anno (grazie anche al Decreto Crescita), più bonus complessivi di un milione di euro in caso di successi su tutti i fronti. Saranno i successi a determinare se questa strategia sarà vincente. Qualcosa che è mancato durante la precedente gestione americana.

Fonte: Gazzetta dello Sport

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