Home Intrattenimento L’avanguardia denim di Diesel by Glenn Martens

L’avanguardia denim di Diesel by Glenn Martens

E’ di certo uno dei talenti più interessanti e originali della scena fashion attuale: da Diesel Glenn Martens fa faville e reinventa il denim con un livello di raffinatezza e sperimentazione mai visto finora. L’altra sera a Milano il bravissimo stilista, che recentemente ha anche firmato una capsule couture a quattro mani con il grande Jean Paul Gaultier, ha messo in scena per Renzo Rosso e il suo OTB group, di cui Diesel è dal 1978 il fiore all’occhiello e il brand faro, un kolossal rave molto democratico a base di moda, cinema e musica, aperto non solo agli addetti ai lavori ma anche a una nutrita folla di curiosi e giovani fans.

La sfilata coed per l’estate 2024 si è svolta sotto la pioggia ma nel bel mezzo di un rave gratuito con NTS di 7000 partecipanti, 6000 biglietti regalati al pubblico, di cui 1500 in priorità per gli studenti di moda, arte e design, allietati dalla musica di DJ e da un set maxi wall di 26 metri. Aprire alla città un evento moda così ecumenico e stimolante fa sempre onore a chi lo organizza e lo concepisce: con questo show fantasmagorico il fashion designer ha superato sé stesso dando ulteriore prova di grande sensibilità all’aspetto creativo e sperimentale della moda che ultimamente sembra essere un po’ troppo negletto a giudicare dal successo fra i marchi di moda del filone quiet luxury, così in voga oggi sulle passerelle.

Sempre, per fortuna controcorrente, Martens coniuga il suo sublime lavoro progettuale e tecnico sul denim con l’incandescente anima nineties del brand veneto che, proprio in quella decade, è esploso rompendo gli schemi e rinnovando il mondo della comunicazione e dello stile. La collezione segna l’apoteosi delle lavorazioni e della ricerca applicata ai materiali frutto delle acrobazie stilistiche di Martens: si va dai capi in denim devoré e camouflage ai modelli in tela jeans distressed che richiamano la trama di una ragnatela. Il denim è volutamente disintegrato, bruciacchiato, estenuato, sovratinto e stampato con le immagini delle fanzines e delle locandine cinematografiche.

A volte i manifesti vengono stampati cosí come sono sulle T-shirt, altre volte sono come incollati su cartelloni e consumati da pioggia e sole, come per top, gonne e abiti in pelle stampata a taglio laser. Quelli che sembrano pantaloni cargo sono semplicemente tasche da cargo tenute insieme da cinghie. Le belt bags diventano indumenti, come tre borse-cintura unite per creare un top a fascia, o drappeggiate per farne una minigonna. “Abbiamo cucito strati di jersey su una base di nylon, poi abbiamo bruciato via lo strato superiore in maniera aleatoria utilizzando un processo di lavaggio. L’effetto è quello di un peeling, come quello della scollatura di un miniabito a canotta. Il jersey è unito al jersey, con lo strato superiore consumato, come nei gilet o nelle felpe con il cappuccio. I jeans in denim sono logorati, come imprigionati, nell’accoppiamento con la mussola. Mi piace il fatto che questi pezzi non saranno mai uguali fra loro – quando si creano capi in questo modo, non si puó mai sapere cosa verrà fuori, ognuno è diverso, e chi li indossa può continuare a consumarli”, ha spiegato lo stilista.

Le giacche artisanal con la cerniera sono create a partire da veri manifesti accartocciati per creare una silhouette che simula una pelliccia. I top aderenti fanno spesso da contrappunto ai pantaloni a vita alta o baggies molto oversize. Alcuni look, volutamente wet come bagnati dalla pioggia, sembrano ispirati al film ‘Avatar’ ed evocano creature siderali aliene: sfoggiano capi di intimo metallizzati o in lurex dorato come fossero stati spalmati per abiti sexy body conscious che si alternano agli smoking che scompaiono grazie al devoré. Completano i look di stagione le borse stampate con manifesti o decorate da catene, le scarpe accattivanti con tacchi slip-on in denim o dalla punta arrotondata, una sfilza di girocolli e bracciali in metallo progettati come tatuaggi, come il filo spinato o i tatuaggi dei motociclisti, e poi occhiali dalla montatura metallica anni’90 e infine gioielli in argento con collane e braccialetti lucidati come diamanti. Una cosa è certa: la noia non abita qui.