Home Lia Levi: Come scampai al rastrellamento a 11 anni

Lia Levi: Come scampai al rastrellamento a 11 anni

Lia, insieme alle sue sorelle Gabriella e Vera e sua madre Leontina, è stata ospitata in uno dei conventi di Roma durante la Seconda Guerra Mondiale, come confermato dall’elenco degli ebrei ospitati negli istituti religiosi della città.

La storia di Lia e della sua famiglia è un esempio di sopravvivenza e di aiuto umanitario in un periodo buio e difficile. La persecuzione degli ebrei da parte del regime nazista aveva portato alla deportazione e all’uccisione di milioni di persone, ma fortunatamente, in questo caso, l’aiuto e la solidarietà hanno fatto la differenza.

Lia era solo una bambina quando entrò a far parte di quella lista di ebrei che avrebbero trovato rifugio nei conventi. Le suore si presero cura di loro, offrendo loro protezione, cibo e un luogo sicuro dove dormire. Grazie a questo gesto di amore e generosità, Lia e la sua famiglia riuscirono a sopravvivere alle persecuzioni nazifasciste.

L’esperienza vissuta da Lia è stata così intensa e significativa che ha deciso di condividere la sua storia, raccontandola nel libro intitolato “Bambina”, pubblicato cinquant’anni dopo gli eventi che le cambiarono la vita. Il titolo stesso del libro, semplicemente “Bambina”, rievoca l’innocenza che Lia aveva all’epoca, ma anche la sua resilienza e la sua capacità di adattarsi alle circostanze più difficili.

La testimonianza di Lia rappresenta una testimonianza preziosa della tragedia dell’Olocausto e della forza dell’umanità nel momento del bisogno. Le suore che le hanno offerto rifugio dimostrarono che anche in tempi di terrore e odio è possibile agire con compassione e solidarietà.

Lia Levi e tanti altri ebrei che sono stati ospitati nei conventi di Roma hanno avuto la fortuna di essere al sicuro, ma dobbiamo ricordare che milioni di altre persone sono state meno fortunate e hanno perso la vita durante l’Olocausto. La storia di Lia è un promemoria di quanto sia importante preservare il ricordo di quegli avvenimenti tragici e cercare di costruire un mondo migliore basato sul rispetto e la tolleranza.

La testimonianza di Lia ci ricorda che anche gesti piccoli e individuali di bontà possono fare la differenza nella vita delle persone e che ognuno di noi ha la responsabilità di opporsi all’ingiustizia e al pregiudizio.

In conclusione, la storia di Lia Levi e della sua famiglia è un esempio di coraggio e umanità in un periodo di oscurità. Speriamo che le sue parole e la sua testimonianza possano continuare a ispirare le generazioni future, affinché simili atrocità non si ripetano mai più.

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