(Adnkronos) – “Vergogna. La chiamano Legge, ma si legge disgusto. L’ha avvelenata per sei mesi. Ha cercato su Internet ‘quanto veleno serve per uccidere una donna’ poi l’ha uccisa. Per lo Stato, supremo legislatore, non è premeditazione. Vergogna a una legge che chiude gli occhi davanti alla verità e uccide due volte”. Lo scrive Chiara Tramontano, sorella di Giulia, dopo la sentenza con cui i giudici d’appello di Milano hanno confermato l’ergastolo per Alessandro Impagnatiello, ma hanno escluso l’aggravante della premeditazione.
La sorella della vittima, uccisa con 37 coltellate quando era incinta del piccolo Thiago, si scaglia anche contro l’imputato che durante l’udienza è rimasto seduto in prima fila accanto alla sua avvocata, a pochi passi di distanza dai genitori della giovane uccisa il 27 maggio 207 a Senago. “E smettetela di portare gli assassini ai banchi. Sono assassini. Vanno in cella. Nessuno li vuole liberi, inquinano” scrive su Instagram.
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