Home Lifestyle “Origine della poesia “Se domani non torno” dedicata a Giulia Cecchettin e il suo impatto virale”

“Origine della poesia “Se domani non torno” dedicata a Giulia Cecchettin e il suo impatto virale”

Le parole di una poesia contro i femminicidi diventano virali sui social

Da quando il corpo di Giulia Cecchettin, la giovane di 22 anni trovata morta il 18 novembre scorso, vittima dell’ex fidanzato Filippo Turetta, sono diventati virali gli ultimi versi di una poesia femminista di Cristina Torres Cáceres. La poesia, intitolata “Se domani non torno, mamma, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima”, ha suscitato l’attenzione di migliaia di persone sui social, che l’hanno condivisa per dire no ai femminicidi.

La storia di Cristina Torres Cáceres

Cristina Torres Cáceres è un’artista e attivista peruviana impegnata da anni per i diritti delle popolazioni indigene e per l’ambiente. La poesia, scritta come una lettera postuma indirizzata a una madre da una figlia che sa di poter essere la prossima vittima di un femminicidio, risale al 2011 ed è diventata famosa in tutto il mondo. Alcuni versi della poesia sono seguiti dai nomi di donne vittime di femminicidio, come Mara Castilla, una studentessa messicana di 19 anni violentata e uccisa da un autista di un servizio di noleggio. La poetessa ha spiegato di aver scritto la poesia di getto, sull’autobus, dopo essere stata colpita da un post di una ragazza che commentava quel femminicidio. La poesia è stata condivisa e utilizzata come manifesto nelle manifestazioni dell’organizzazione femminista “Non una di meno”.

La risonanza dei versi

I versi della poesia sono diventati nuovamente virali dopo che Elena Cecchettin, sorella di Giulia, li ha ripresi su Instagram, riconoscendo in essi il tragico epilogo della sua sorella. Il suo grido di dolore e di battaglia è stato condiviso da molte persone che hanno deciso di non rimanere in silenzio. Elena si è rivolta agli uomini chiedendo loro di smantellare la società che li privilegia e di educare e richiamare amici e colleghi che mostrano segni di violenza sessista. La morte di Giulia, il 105esimo caso di femminicidio in Italia quest’anno, ha suscitato sgomento, rabbia e indignazione. È un problema che non può più essere ignorato.