Home Intrattenimento Spiccano il volo gli angeli di Blumarine, Genny va al Twiga e Cruciani dà lezioni di eleganza

Spiccano il volo gli angeli di Blumarine, Genny va al Twiga e Cruciani dà lezioni di eleganza

Oro e bianco, binomio prezioso e quanto mai attuale ma anche fortemente rétro. Era il gennaio del 1997 quando Alexander Mc Queen debuttava da Givenchy profanando il tempio inaccessibile della couture parigina con una strepitosa collezione tutta bianca e oro ispirata alle gesta di Giasone alla ricerca del vello aureo. In vena di nostalgia alla Fashion week vari marchi rispolverano un’estetica sempre iconica e soprattutto nuova per le giovani generazioni, per me che c’ero un po’ meno.

Da Blumarine l’abile e aitante designer Nicola Brognano porta in pedana creature angelicate avvolte in pelle laminata e in veli impalpabili che sembrano spiccare il volo verso l’empireo munite come sono di vere e proprie ali. Sembra di rivedere un Bruno Ganz alato ne ‘il Cielo sopra Berlino’ di Wim Wenders, uno scatto anni’90 di David La Chappelle per Giorgio Armani ma anche la Nike di Samotracia che ora si può ammirare al Louvre. In pedana scivolano catsuits in jersey sottile come un collant costellati di farfalle intessute a cut-outs, bustiers e abiti cortissimi in pvc trasparente irrorati di cristalli, o di borchie in resina opaca. Tuniche drappeggiate dalle linee sinuose fasciano il corpo con giochi di fiocchi e fusciacche. Bluse in georgette si aprono in cascate di nastri tagliati a vivo. Il ragazzo sa il fatto suo.

I pantaloni Capri dal taglio cropped e in pelle dorata sono stretti in vita da cinture metalliche. Il glamour spudorato e un po’ protervo delle valchirie di Helmut Newton mixato con gli echi del corpo postumano di Inez van Lamsweerde e Vinoodh Matadin calca la passerella di Blumarine nel segno di un incantesimo pop per moderne falene attratte da tutto ciò che luccica. Non a caso convolvoli di farfalle iridescenti si posano sui party dress body conscious ricamati di jais e sui tubini in PVC see through per svelare corpi inesorabilmente perfetti come quello della super top Maria Carla Boscono, resi attuali dalla nuova intelligenza cyber. Buona prova.

Ed è una cyber coquetterie quella che scandisce il ritmo dello show nel segno di una sensualità voluttuosa e di un provocante candore da favola sexy. Oro a profusione (bianco o rosa poco importa) anche da Genny, oggi controllata dalla Swinger International basata a Verona: per il marchio nato ad Ancona nel 1961 all’epoca controllato dai Girombelli Gianni Versace disegnò le collezioni dal 1972 al 1992 particolarmente care alla cantante Ornella Vanoni che contribuì a rendere celebre la griffe. La storica marca rilevata dal gruppo veronese nel 2011, celebra i 10 anni al timone creativo di Sara Cavazza, moglie del titolare della maison Mattias Facchini. Un tripudio di camiciole trasparenti di abbagliante lindore, di tute second skin con orli sfrangiati da cougar lady, di tunichette drappeggiate perfette per una notte al Twiga, di trench sci-fi da Bond girl e di appariscenti abitini block chain intessuti di lamine dorate con il tocco di Mida, sigla una collezione roboante, in verità non una delle più riuscite della stilista, per signore un pò troppo allergiche alla sobrietà.

Più minimal e concettuale la collezione ieratica di Sportmax che gioca la carta della femminilità eterea da madonna stilnovista in odore di beatificazione. Il bianco abbacinante anche qui assume un ruolo egemone alternandosi a tocchi di arancio spritz per abiti geometrici, agiografici e verginali che occhieggiano spesso e volentieri a un immaginario palesemente anni’90 con accenti giap.

La stilista si interroga con un approccio molto New Age sui cambiamenti climatici in corso e sui loro effetti inquietanti sugli equilibri del pianeta citando la poetessa Emily Dickinson. Lo spunto è interessante, la collezione è discreta e sperimentale ma non convince del tutto.

Natura e artigianalità formano  il filo conduttore della nuova, più classica, emanazione femminile di Cruciani che descrive una donna finalmente libera da schemi o da cliché avvolta in morbidi pull in filati pregiatissimi declinati in toni neutri e in diafane mussole per un leisurewear racé, dimostrando ancora una volta che la classe non è acqua. Le donne prendano nota.