Home News Giulia Cecchettin: testimonianza di paura e chiamata al 112 durante un evento specifico

Giulia Cecchettin: testimonianza di paura e chiamata al 112 durante un evento specifico

Il testimone chiave nella scomparsa di Giulia Cecchettin

Un vicino di casa di Giulia Cecchettin è diventato un testimone chiave nella sua scomparsa nel parcheggio di via Aldo Moro a Vigonovo. Quest’uomo ha chiamato i carabinieri dopo aver udito le sue urla, fornendo informazioni cruciali per le indagini.

Il coraggio del testimone

L’uomo, che ha preferito rimanere anonimo, ha raccontato di come la sua preoccupazione per la sicurezza di qualcuno lo abbia spinto a chiamare immediatamente il 112. Nonostante l’oscurità, ha udito le urla di Giulia e ha notato un comportamento sospetto nel parcheggio. Ha dichiarato: “Sabato sera ho avuto paura e ho chiamato i carabinieri perché sentivo delle urla di donna”. Ha anche riferito al padre di Giulia della sua testimonianza il giorno successivo ai fatti. Quando ha appreso della scomparsa della ragazza, ha prontamente avvertito il padre.

Le rivelazioni del testimone

Secondo l’ordinanza di arresto emessa dal Tribunale di Venezia, il testimone ha riferito al padre di Giulia di aver udito una donna urlare e chiedere aiuto intorno alle 23.15 nel parcheggio vicino a casa. La voce gridava “Così mi fai male” e lanciava ripetuti appelli di soccorso. Inoltre, il testimone ha descritto di aver visto un individuo colpire una sagoma a terra e caricarla forzatamente in un’auto scura, descritta come una Fiat Grande Punto. Gli inquirenti ritengono che questo evento possa essere il momento in cui Filippo Turetta ha sequestrato Giulia, portandola successivamente alla zona industriale di Fossò.

Le prove nel parcheggio

La testimonianza del vicino di casa ha condotto gli inquirenti al parcheggio, situato a soli 150 metri dalla casa di Giulia, dove sono state trovate numerose tracce ematiche. Sono state individuate tracce sia da gocciolamento che da sfregamento, insieme a un coltello da cucina rotto e senza manico lungo 21 centimetri. Queste prove potrebbero essere decisive nel processo contro l’aggressore e gettare luce su una vicenda che ha scosso la comunità. La pronta reazione e la testimonianza del vicino di casa sono fondamentali per le indagini in corso.