Home Intrattenimento Il safari urbanizzato di Saint Laurent

Spira il vento del Sahara sulla collezione primavera-estate 2024 di Anthony Vaccarello per Saint Laurent che, insieme a Dior, ha dato ufficialmente inizio alla semaine parigina del pret-à-porter. Lo stilista della maison più iconica di Francia stavolta ha tratteggiato una figura femminile assolutamente magnetica e avventurosa che sfida i suoi limiti per esplorare nuovi orizzonti sconfinati facendo tappa nel corno d’Africa. E’ una Karen Blixen rediviva, è una reincarnazione di Amelia Earhart o di Ava Gardner in ‘Mogambo’ questa figura snella, sicura e flessuosa che, attraverso vistosi rimandi al continente nero e seguendo le orme di Hemingway, Chatwin e dei loro look coloniali, rivanga il DNA della griffe in modo inequivocabile.

Nel 1967 il couturier di Orano lanciò la giacca sahariana, immortalata da Franco Rubartelli sulla leggendaria modella Veruschka, per poi essere resa eterna da Claudia Schiffer nella memorabile sfilata di addio del gennaio 2002 al Centre Pompidou. Qualche anno prima, nel gennaio del 1985, il grande stilista francese presentò una strepitosa collezione di haute couture interamente ispirata all’Africa e alle sue magiche atmosfere, rapito dalla bellezza ipnotica della magnifica Kadija Adams, una straordinaria modella di colore che ispirò la parte principale della sfilata. Senza contare che fu Amalia Vairelli, la perennial top amatissima dal creatore di moda, a catturare il mood dello show e di molti altri del grande couturier negli scatti pubblicitari resi iconici dall’obbiettivo di Helmut Newton.

E se dunque l’esotismo è forse la componente caratterizzante dell’immaginario di Yves, Vaccarello gli conferisce un sapore nuovo, sempre molto chic ma anche contemporaneo, traendone un guardaroba quotidiano e portabilissimo ricco di spunti e soluzioni easy-to-wear per donne di tutte le età, ma dal pingue portafoglio. Le femmes della maison sfilano, altere e impavide, sulla terrazza del Trocadéro infilate in tute over molto eighties in popeline da aviatrice di lusso, in croccanti chemisier, in svelte pencil skirts e in robes manteau primaverili di gabardine leggero color kakhi, in fluidi trench metropolitani dai tonni sabbiosi, e infine in body e bluse impalpabili in lino e jersey dalle intriganti trasparenze.

Moltissime, non a caso e proprio come sarebbe piaciuto a Yves, le mannequins ebony che calcano la pedana alternandosi a Eva Herzigowa e ad altre veterane della passerella, ormai di casa nelle fashion week internazionali. Eleganza pura, quasi classica ma anche moderna, è la cifra di questo show suggestivo che nella palette di stagione ricorda i toni delle pietre dure, delle spezie e delle dune desertiche africane ma anche le venature del marmo che rivestiva la passerella: dall’écru alla terra bruciata passando per il color moka, il senape e altre nuances terrose. E se all’ora del cocktail le sirene di Saint Laurent si gingillano in abitini di raso silver un po’ girlish, che fanno molto Jane Birkin in trasferta a Dakar stregata dalla luna, per la sera incedono avvolte in misteriosi pepli di chiffon cangiante che fluttuano, aerei e ineffabili, intorno alla silhouette.

Bellissimi gli accessori, dai magnifici orecchini intagliati passando per le alte cinture e i guanti di nappa, fino alle scarpe con tacco sagomato che danno slancio alla figura grazie alla complicità di eterei veli di georgette e di enigmatiche lenti da sole scure che ricordano Catherine Deneuve in molti suoi film, quando molto spesso fu vestita da Yves Saint Laurent. Non a caso é stata proprio la voce dell’attrice a introdurre il défilé dell’altra sera. Amante del cinema, Vaccarello, che ha anche vestito tutto il cast dell’ultimo, poetico cortometraggio di Pedro Almodovar, ha nuovamente elaborato una regia cinematografica di impatto della sfilata per il brand di Kering.

Nel parterre dello show applaudivano con fervore David Cronemberg e Kate Moss, Demi Moore e Jerry Hall, Austin Butler e Zoe Kravitz, Carla Bruni e Rossi de Palma, Charlotte Gainsbourg, vestita da Vaccarello in Saint Laurent al dinner di Versailles con i reali di Inghilterra, e la magnifica Diane Kruger. Insomma un altro en plein! Abbiamo apprezzato questo Saint Laurent en grande souplesse con quel flair etno-chic di notevole classe che, per l’estate prossima, si tradurrà, per esempio, in un ritorno di fiamma del caftano. Ottimi i capoi sempre di altissima qualità , capi timeless e sensati, adatti al momento sorico in cui viviamo.