Raffaella Carrà: moda, mito e successo. Dalla hit Tuca Tuca a Carramba, la storia di un’icona pop che potrebbe aver conquistato l’Oscar.

Il fenomeno “Raffa”: un’icona pop che ha segnato la nostra storia

La storia di Raffaella Carrà, un’icona pop che ha attraversato mezzo secolo di canzoni e programmi televisivi, viene celebrata nel libro “Raffarella Carrà. Tra Moda e mito”. Scritto dallo storico dell’arte Massimiliano Capella e curato da Sergio Iapino, il libro racconta la carriera di Raffaella attraverso foto di scena, locandine, aneddoti e bozzetti di abiti. Raffaella Carrà è diventata un simbolo di libertà, emancipazione e talento, interpretando gli stili e le tendenze del suo tempo. Dal suo caschetto perfetto, ai suoi abiti sgambati e alle sue minigonne, ha influenzato la moda e ispirato molte donne negli anni ’60 e ’70.

La carriera di Raffaella Carrà è iniziata nel cinema nel 1960 con il film “La lunga notte del ’43”. Da allora, non ha mai smesso di stupire il pubblico con la sua energia e il suo talento. Nel 1971, ha raggiunto la fama con la sigla di “Canzonissima” e il famigerato brano “Tuca Tuca”, che è diventato un vero e proprio fenomeno pop. Nonostante la censura iniziale da parte della Rai, il brano ha conquistato il pubblico e ha continuato a essere riproposto da molti artisti, incluso Madonna durante il suo tour del 2012.

Raffaella Carrà ha sempre avuto uno stile unico e personale. Ha abbracciato il punk e il rock con abiti di pelle e borchie, ma è stata anche la Raffaella da salotto con tailleur e spalline anni Ottanta. Ha omaggiato la Spagna e l’America Latina con abiti ispirati a queste culture. Ha indossato giacca, cravatta e papillon come inviato speciale. Nonostante i cambiamenti di stile, Raffaella è rimasta sempre se stessa, un’icona pop che ha influenzato generazioni di artisti.

Raffaella Carrà non amava gli stilisti, preferiva i costumisti che creavano abiti appositamente per lei. Voleva evitare uno stile bon ton e indossava abiti che erano un mix tra abiti da sera e abiti da scena. Ha collaborato con Luca Sabatelli, che l’ha vestita anche da suora con un reggicalze nero e un copricapo da badessa. Raffaella è stata anche uno sponsor e un simbolo per la comunità LGBTQ+. Cresciuta con sua madre e sua nonna, ha sostenuto l’adozione da parte di coppie dello stesso sesso, dicendo che non importa se i bambini crescono con due padri o due madri, l’importante è che siano amati.

Raffaella Carrà è stata una donna forte, indipendente e di gran cuore. Ha diviso la sua vita tra il mondo dello spettacolo e la sua vita privata. Il suo sorriso inconfondibile e il suo talento resteranno per sempre nella memoria di tutti coloro che l’hanno ammirata e amata.


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