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Siccità in Sardegna: stop all’irrigazione, rischio scorte d’acqua

Siccità in Sardegna: stop all'irrigazione, rischio scorte d'acqua - ilvaporetto.com

Siccità costringe il centro Sardegna a interrompere l’irrigazione

La Siccità ha costretto il Consorzio di bonifica della Sardegna centrale a interrompere l’irrigazione a causa della mancanza di piogge e dell’esaurimento delle riserve d’acqua. Il presidente del Consorzio, Ambrogio Guiso, ha dichiarato: “Siamo costretti dopo un anno di estrema siccità a ricorrere a questo strumento senza alternativa alcuna”. Il Consorzio ha vietato l’utilizzo dell’acqua ad uso irriguo in tutti e tre i sub comprensori di sua competenza. Questa decisione è stata presa a seguito dell’esaurimento delle scorte assegnate dall’Enas all’inizio del 2023, che ammontavano a 22 milioni di metri cubi per il bacino del Posada (diga di Maccheronis), 21 mila per il Cedrino (Diga di Pedra e Othoni), e 8 milioni di metri cubi dal Taloro per il Sub comprensorio della Media Valle del Tirso.

Consumo protratto e mancanza di precipitazioni autunnali

La mancanza di precipitazioni autunnali ha comportato un consumo protratto delle riserve d’acqua per tutto il periodo autunnale, portando la stagione irrigua a coprire periodi in emergenza. Le precipitazioni attese non hanno apportato la quantità necessaria. Ambrogio Guiso ha sottolineato: “Sostanzialmente dobbiamo preservare la poca acqua rimasta. Parliamo di 3 milioni di metri cubi nell’invaso del Posada, 7 milioni in quello del Cedrino. Permettendo comunque l’utilizzo per uso potabile e gli abbeveraggi del bestiame. Non possiamo che prendere atto che le precipitazioni che garantivano l’apporto di acqua nei nostri bacini di accumulo stanno diventando sempre di più un’incognita. Fatto, questo, che ci deve portare a fare maggiormente attenzione alle programmazioni sul lungo periodo”.

La decisione del Consorzio di bonifica della Sardegna centrale di interrompere l’irrigazione a causa della siccità e dell’esaurimento delle riserve d’acqua ha evidenziato la gravità della situazione e la necessità di adottare misure per preservare le limitate risorse idriche disponibili.

Preservare la poca acqua rimasta

La decisione di interrompere l’irrigazione è stata presa per preservare le limitate riserve d’acqua rimaste, che ammontano a 3 milioni di metri cubi nell’invaso del Posada e 7 milioni in quello del Cedrino. L’utilizzo dell’acqua è stato limitato al consumo umano e all’abbeveraggio del bestiame. Ambrogio Guiso ha sottolineato l’importanza di adottare una programmazione a lungo termine più attenta, considerando l’incertezza legata alle precipitazioni che garantivano l’apporto di acqua nei bacini di accumulo. La siccità ha evidenziato la necessità di adottare misure per gestire in modo sostenibile le risorse idriche e affrontare i cambiamenti climatici che stanno influenzando la disponibilità di acqua per usi agricoli e domestici.