Un giovane attivista curdo è stato ucciso dalle forze di sicurezza a Karaj, una città a circa 30 km a ovest di Teheran. L’attivista stava gridando slogan anti-governativi e invitando la popolazione a commemorare la morte di Mahsa Amini, una giovane donna curda di 22 anni che è morta dopo essere stata arrestata dalla polizia morale per non aver indossato il velo in modo corretto. L’organizzazione non governativa norvegese ‘Hengaw’ e altri media locali hanno reso nota la notizia.
L’uomo, originario della provincia di Kermanshah, è stato colpito da quattro colpi di arma da fuoco sparati dalle forze di sicurezza ed è morto. Secondo l’agenzia giudiziaria iraniana ‘Mizan’, il giovane, di nome Bagheri, aveva minacciato le persone intorno a lui con un machete e aveva ferito due agenti di polizia che stavano cercando di arrestarlo. A causa di ciò, le forze dell’ordine hanno sparato contro di lui. Dopo aver appreso la notizia della morte, la famiglia di Bagheri si è recata a Karaj, ma le autorità hanno rifiutato di mostrare loro il cadavere, secondo quanto riferito da Hengaw.
Nel frattempo, la tensione sta aumentando in tutto il Paese, con proteste e slogan. La famiglia di Mahsa sta ricevendo molte pressioni e minacce per annullare la commemorazione della figlia nel primo anniversario della sua morte, secondo quanto riportato dal portale dei giornalisti iraniani all’estero ‘Iran Wire’. La famiglia aveva annunciato di voler tenere una cerimonia “religiosa e tradizionale” sulla tomba della ragazza in un cimitero di Saqqez.
La tensione nel Paese sta crescendo e le proteste con slogan contro il regime si stanno moltiplicando.
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